Tutti noi dobbiamo fare quotidianamente i conti con la realtà che ci circonda, con i suoi lati positivi e i tantissimi lati negativi.
Ed a tutti almeno una volta è capitato di fermarsi un attimo ad immaginarsi una propria realtà ideale, ben diversa da quella attuale, una versione futura, lontana nel tempo.
Soprattutto gli scrittori si sono cimentati sovente nell’ideazione e nella descrizione minuziosa di nuovi mondi e società, alternativamente o altamente appetibili o, al contrario, assolutamente da temere: hanno dato vita ad utopie e distopie.
Significato e differenze tra upotia e distopia
Una distopia è una società o un mondo immaginario assolutamente indesiderabile e temibile, un posto dove la paura e il terrore la fanno da padrone, un luogo dove le attuali tendenze negative vengono accentuate e distorte, per mostrare una versione apocalittica della realtà attuale. Il termine è stato coniato nel 1868 dal filosofo John Stuart Mill.
Al contrario, un’utopia è sempre un mondo immaginario ma dove vige la pace, l’ordine, l’armonia: un mondo “buono”, come suggerisce la stessa etimologia greca della parola.
Una società ideale in cui tutti vivono in perfetta armonia sarà mai realizzabile?
Per i più, no: il concetto di utopia, infatti, per estensione viene usato per indicare un progetto che non è possibile tradurre in pratica, e rimane perciò allo stato di sogno, di fantasia.