Con l’arrivo dei primi freschi, la domanda è un classico di ogni autunno: quando si possono accendere i termosifoni? La risposta in Italia non è mai univoca. Non esiste, infatti, una data unica valida per tutti, perché l’Italia è un paese estremamente vario dal punto di vista climatico, dalle Alpi alla Sicilia. La normativa stabilisce con precisione periodi e orari, suddividendo il territorio nazionale in sei distinte zone climatiche (dalla A alla F), un sistema studiato per bilanciare il comfort termico con l’efficienza energetica e la riduzione delle emissioni.
L’intero impianto normativo che regola l’uso degli impianti termici si basa sul DPR 74/2013, che ha sostituito il precedente DPR 412/93, ma che mantiene l’impianto delle zone climatiche. Questo decreto definisce non solo la data accensione riscaldamento 2025 e quella di spegnimento, ma anche il numero massimo di ore giornaliere consentite e la temperatura massima interna degli ambienti. Per la stagione termica 2025-2026, si è tornati al regime ordinario dopo gli interventi straordinari per il risparmio energetico avvenuti negli anni precedenti, il che significa che il calendario seguirà le regole standard per la maggior parte dei comuni, salvo eventuali disposizioni più restrittive dei sindaci locali.

L’Italia a 6 Velocità: Il Calendario Ufficiale 2025
L’indicatore chiave per capire a quale zona appartiene il proprio comune è il “grado-giorno” (GG), un parametro che misura la severità climatica di una località. Più è alto il valore GG, più l’area è fredda e, di conseguenza, più lungo e anticipato sarà il periodo di accensione.
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Ecco il dettaglio del calendario ufficiale di accensione e spegnimento del riscaldamento 2025-2026 per le diverse fasce, indispensabile per sapere quando si accende il riscaldamento 2025 in ogni parte d’Italia:
Zona Climatica | Gradi-Giorno (GG) | Periodo di Accensione | Ore Massime Giornaliere | Esempi di Comuni |
Zona F | > 3000 | Nessuna Limitazione | Nessuna Limitazione | Belluno, Cuneo, Trento |
Zona E | 2101 – 3000 | Dal 15 Ottobre al 15 Aprile | 14 ore | Milano, Torino, Bologna, L’Aquila, Venezia |
Zona D | 1401 – 2100 | Dal 1° Novembre al 15 Aprile | 12 ore | Roma, Firenze, Genova, Ancona, Pescara |
Zona C | 901 – 1400 | Dal 15 Novembre al 31 Marzo | 10 ore | Napoli, Bari, Cagliari, Taranto, Catanzaro |
Zona B | 601 – 900 | Dal 1° Dicembre al 31 Marzo | 8 ore | Palermo, Agrigento, Reggio Calabria, Siracusa |
Zona A | < 600 | Dal 1° Dicembre al 15 Marzo | 6 ore | Lampedusa e Linosa, Porto Empedocle |
Come si può notare, le aree più fredde (Zona E), che includono gran parte della Pianura Padana e le zone interne del Centro Italia, danno il via alla stagione termica già a metà ottobre. Al contrario, i comuni più caldi (Zone A e B), prevalentemente costieri e insulari, attendono l’arrivo di dicembre.
Regole e Limiti: Non Solo Date
Non basta segnare le date sul calendario. Il DPR 74/2013 pone anche limiti precisi sulla gestione quotidiana degli impianti.
1. La Fascia Oraria
Le ore di accensione massime stabilite per ogni zona climatica devono essere distribuite nell’arco della giornata tra le 5:00 e le 23:00. Un impianto, ad esempio, in Zona D (12 ore massime) non può funzionare oltre le 23:00. Questa regola generale ha lo scopo di limitare l’accensione nelle ore notturne, quando il risparmio energetico è maggiore.
2. La Temperatura Massima
Un altro punto fondamentale, spesso ignorato, riguarda la temperatura massima interna. Per gli edifici residenziali, la legge stabilisce che la temperatura media ponderata per ciascun ambiente non deve superare i 20°C. È prevista una tolleranza di 2°C in più, ma l’obiettivo dichiarato dal legislatore è il mantenimento dei 20°C per un maggiore risparmio. Per gli edifici adibiti ad attività industriali, artigianali e assimilabili, il limite scende a 18°C.
3. Le Deroghe e i Poteri Locali
È cruciale ricordare che i sindaci hanno il potere di emanare ordinanze per estendere o ridurre i periodi di accensione o le ore giornaliere previste dalla normativa nazionale, in caso di esigenze climatiche eccezionali o specifiche politiche di risparmio energetico e ambientali. Ad esempio, in città come Milano (Zona E), alcuni sindaci hanno applicato restrizioni, come un abbassamento della temperatura massima consentita o una leggera riduzione delle ore giornaliere, in linea con obiettivi di sostenibilità locale.
Esempi Pratici per una Migliore Comprensione
Per ottimizzare l’uso del riscaldamento e rispettare la legge, un esempio pratico è illuminante.
Immaginiamo un condominio a Roma (Zona D). L’amministratore è tenuto ad accendere i termosifoni dal 1° novembre 2025 al 15 aprile 2026. Il funzionamento giornaliero non può superare le 12 ore, che il condominio può decidere di distribuire, ad esempio, con 5 ore al mattino (dalle 7:00 alle 12:00) e 7 ore il pomeriggio (dalle 16:00 alle 23:00).
A Milano (Zona E), l’accensione inizia prima, dal 15 ottobre 2025, e dura 14 ore. In questo caso, le ore massime possono essere distribuite in modo più continuativo, magari dalle 6:00 alle 20:00, per via della maggiore necessità termica.
Infine, nelle zone montane come Livigno (Zona F), dove il freddo è perenne, non esistono limitazioni: il riscaldamento è libero.
Risparmiare e Rispettare l’Ambiente
Oltre a conoscere le date, è fondamentale adottare comportamenti virtuosi. Secondo i dati ENEA (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile), una riduzione di 1°C della temperatura interna può portare a un risparmio energetico stimato tra il 5% e il 10% sui consumi totali.
Ecco alcuni suggerimenti per affrontare l’inverno in modo consapevole:
- Termoregolazione e Contabilizzazione: In presenza di sistemi centralizzati, è obbligatoria l’installazione di valvole termostatiche e di sistemi di contabilizzazione del calore, strumenti essenziali per la gestione autonoma del calore in ogni singolo appartamento e per pagare solo il calore effettivamente consumato.
- Manutenzione Obbligatoria: La verifica annuale e la manutenzione periodica della caldaia sono obbligatorie per legge e garantiscono non solo la sicurezza dell’impianto, ma anche la sua massima efficienza, riducendo i consumi e le emissioni inquinanti (Fonte: D.Lgs. 192/05 e DPR 74/2013).
- Isolamento: Intervenire su infissi e isolamento termico (ad esempio, con il cappotto termico) riduce drasticamente il fabbisogno di calore, consentendo di prolungare l’attesa per l’accensione e di sfruttare meno l’impianto.
La prossima stagione termica si presenta con le regole standard, che ci invitano a essere cittadini informati e responsabili, pronti a gestire il riscaldamento nel rispetto dell’ambiente e del nostro portafoglio.
FAQ su Accensione Riscaldamento 2025
Qual è la data generale di accensione riscaldamento in Italia per la Zona E?
Nelle aree più fredde, classificate come Zona E (tra cui Milano e Torino), l’accensione degli impianti di riscaldamento è consentita dal 15 Ottobre 2025 e lo spegnimento è fissato per il 15 Aprile 2026. In queste zone è permesso un funzionamento fino a un massimo di 14 ore al giorno, sempre nella fascia oraria 5:00-23:00.
Cosa succede se il mio comune non rientra in una delle date standard?
Il sistema delle zone climatiche (A-F) copre tutti i comuni italiani. Tuttavia, i sindaci possono emettere ordinanze che anticipano o ritardano le date stabilite o riducono le ore giornaliere in caso di condizioni meteo eccezionali o per ragioni di efficienza energetica. È sempre opportuno verificare le disposizioni specifiche del proprio Comune.
Qual è il limite di temperatura interna consentito per legge?
La normativa (DPR 74/2013) stabilisce che la temperatura media ponderata all’interno degli edifici residenziali non deve superare i 20°C. È concessa una tolleranza massima di 2°C. Mantenere la temperatura a 19°C, ad esempio, può generare un risparmio energetico significativo stimato intorno al 5-10%.
Posso accendere il riscaldamento al di fuori del periodo stabilito?
È consentita l’attivazione al di fuori del periodo canonico solo in presenza di situazioni climatiche che giustifichino l’accensione, a patto che il funzionamento sia limitato. La normativa prevede un limite massimo di 7 ore al giorno in queste eccezioni, e l’attivazione è generalmente soggetta a un’ordinanza del Sindaco.
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