Trovare un equilibrio sereno in una relazione è spesso un cammino tortuoso. Quando il disaccordo o il dolore emergono, la tentazione è quella di evitare lo scontro aperto, credendo erroneamente che il silenzio possa proteggere noi stessi e chi amiamo. Tuttavia, le emozioni negative non svaniscono; trovano semplicemente un percorso diverso per manifestarsi. È qui che entra in gioco l’aggressività passiva: una strategia comunicativa subdola, un comportamento mascherato che, pur non sfociando in litigi rumorosi, erode lentamente la fiducia e la serenità del rapporto. Non è una ribellione conclamata, ma un segnale silenzioso e persistente che qualcosa non è risolto. Psicologi e terapeuti concordano: l’aggressività passiva non risolve i problemi; al contrario, genera nuovi rancori e incomprensioni (Hopwood CJ et al., 2009), minando le fondamenta di qualsiasi legame. Molti la adottano perché percepita come una via più “sicura” per esprimere lamentele senza innescare un conflitto diretto, ma in realtà, si limita a rimandare il dialogo onesto e risolutivo che è inevitabile per la salute della coppia.

Segnali Silenziosi: Le Maschere dell’Ostilità Nascosta
L’aggressività passiva si nasconde dietro azioni o non-azioni che, a un primo sguardo, possono sembrare innocue o giustificate, ma che celano un profondo risentimento. Imparare a riconoscere questi schemi comportamentali è il primo passo per disinnescarli e costruire una comunicazione di coppia più autentica.
Il Muro di Gomma: Silenzio, Ritardo e Sabotaggio
Uno dei segnali più diffusi e dolorosi è il silenzio punitivo. Sebbene tutti abbiamo bisogno di un momento per riflettere, ignorare deliberatamente qualcuno agisce come una vera e propria punizione, generando ansia e incomprensione senza affrontare il vero problema (Fonte: Serenis). Il silenzio non è calmo, è un muro di gomma.
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A questo si aggiunge la procrastinazione costante, che spesso non è mera pigrizia. Ritardare in modo sistematico compiti o impegni che non si desidera svolgere, invece di esprimere apertamente il disaccordo, è un sabotaggio sottile. Chi adotta questo schema trova una gratificazione nel far perdere il controllo all’altro, per poi assumere il ruolo di “vittima” incompresa (Fonte: Centro di Psicologia Milano). Si accetta formalmente, magari con un “Perfetto, come vuoi”, ma poi si agisce in modo contrario.
Un altro esempio eclatante è il mancato rispetto delle promesse o il lasciare le cose in sospeso. Invece di dire: “Non sono soddisfatto/a di questo accordo”, la persona lo esprime tramite le sue azioni mancate, dimostrando riluttanza senza assumersi la responsabilità verbale (Fonte: GuidaPsicologi.it). Questi meccanismi creano un’atmosfera di confusione e incertezza nell’altro partner.

L’Ambiguità Delle Parole: Complimenti Velati e Sarcasmo
L’ostilità passiva si manifesta anche attraverso un uso ambiguo del linguaggio. I “complimenti con sottotesto” sono affermazioni apparentemente cortesi che, in realtà, nascondono una sottile nota di disapprovazione o critica. Frasi come: “Sei così coraggiosa a indossare quello” suonano come un elogio, ma implicano che la scelta della persona sia “discutibile”.
Ancor più insidioso è l’uso del sarcasmo invece della sincerità. Il sarcasmo viene spesso utilizzato come un velo di “umorismo innocente” per esprimere insoddisfazione o svalutazione, rendendo difficile per il ricevente capire se sia uno scherzo o una critica nascosta. Questa ambiguità intenzionale genera dubbio e tensione, impedendo un confronto maturo.
Infine, le “scuse insincere” sono la quintessenza dello scaricare la responsabilità. L’esempio classico è: “Mi dispiace che tu ti sia sentito così”. Questa frase non riconosce la propria colpa, ma sposta il problema sulla reazione emotiva dell’altro, invalidando i suoi sentimenti e dimostrando una riluttanza ad assumersi la responsabilità delle proprie azioni. È un modo per evitare l’autocritica, proiettando la colpa all’esterno (Fonte: GuidaPsicologi.it).
Affrontare l’Aggressività Passiva: La Via dell’Assertività
Affrontare questi schemi richiede lucidità e una comunicazione assertiva, ovvero la capacità di esprimere i propri pensieri ed emozioni in modo chiaro, rispettoso ed efficace (Fonte: Balance Rehab Clinic). L’obiettivo non è reagire impulsivamente (ciò che il passivo-aggressivo desidera per rafforzarsi nel ruolo di vittima), ma rispondere con fermezza e chiarezza.
1. Individuare e Nominare il Comportamento: Il primo passo per la vittima è riconoscere che non si tratta di un comportamento isolato, ma di uno schema ricorrente. È fondamentale chiamare il comportamento per nome senza accusare la persona. Ad esempio, invece di dire “Sei sempre in ritardo per punirmi”, si può dire: “Noto che arrivi in ritardo agli appuntamenti importanti. Questo mi fa sentire non valorizzato/a.”
2. Stabilire Confini Chiari: Poiché il passivo-aggressivo teme il conflitto, stabilire limiti sani e inequivocabili è cruciale. Non tollerare le conseguenze del comportamento scorretto e chiarire cosa è accettabile. In questo modo si comunica che si è disposti a parlare del problema, ma non si accetta la strategia dell’evitamento o del sabotaggio (Fonte: Silvia Michelini).
3. Premiare la Positività e la Direttezza: L’assertività è una strada a doppio senso. Bisogna riconoscere e premiare i comportamenti costruttivi, rafforzando l’idea che la comunicazione diretta e aperta porta a risultati migliori. Se la persona riesce a esprimere una preoccupazione in modo onesto, è importante riconoscere e apprezzare il suo sforzo.
La vera armonia in una relazione si raggiunge quando si ha il coraggio di sostituire il non detto con la verità, anche quando è scomoda. L’aggressività passiva è un campanello d’allarme, un invito forzato a sviluppare una maggiore capacità di gestione emotiva e una comunicazione più matura. Superare questi schemi non significa eliminare il conflitto, ma trasformarlo in un’opportunità di crescita e intimità più profonda.
Approfondimenti e Risorse Utili
Per approfondire la comprensione dell’aggressività passiva e le strategie per gestirla, si consiglia la consultazione di fonti autorevoli in ambito psicologico e terapeutico, come:
Domande Frequenti (FAQ)
Cos’è l’aggressività passiva in un contesto relazionale? L’aggressività passiva è un modo indiretto e mascherato di esprimere sentimenti negativi, in particolare rabbia e risentimento, attraverso azioni o mancanze di azione anziché con la comunicazione diretta. Si manifesta con comportamenti come la procrastinazione, il silenzio ostinato, i “complimenti” velati o il sabotaggio sottile. È un’ostilità nascosta che danneggia la fiducia.
Come posso distinguere il bisogno di spazio dal silenzio punitivo? La differenza cruciale è l’intenzionalità e la durata. Il bisogno di spazio è comunicato e finalizzato al recupero personale, non punitivo. Il silenzio punitivo, invece, è improvviso, prolungato e mira a suscitare ansia o senso di colpa nell’altro, senza essere accompagnato da una spiegazione chiara o dalla promessa di riprendere la conversazione.
L’aggressività passiva è considerata un disturbo mentale? Attualmente, l’aggressività passiva (o il Disturbo di Personalità Passivo-Aggressivo) non è più inclusa come diagnosi specifica nel Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM-5). Tuttavia, i comportamenti passivo-aggressivi sono riconosciuti come modelli problematici che possono compromettere seriamente il benessere personale e la qualità delle relazioni, spesso associati ad altre difficoltà emotive.
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