Tra tutte le malattie neurodegenerative, forse la più insidiosa e la più terribile è l’Alzheimer: al momento, infatti, non esiste una cura che possa realmente rallentare il decorso della malattia o bloccarlo.
I pazienti, che in un primo momento mostrano solo piccole dimenticanze compatibili anche solo con l’avanzare dell’età, si ritrovano a dimenticare i volti dei propri familiari, a non riconoscere più la propria cosa, a vivere in un eterno presente, fin quando non sono più capaci dei gesti più elementari come camminare, lavarsi o nutrirsi.
Fondamentale, come per tutte le patologie, è la prevenzione ma anche la diagnosi precoce: proprio per quest’ultima è appena stato messo a punto un test eccezionale che potrebbe rivelarsi rivoluzionario nel trattamento di questa malattia.
Una ricerca effettuata presso il Centro tedesco per le malattie neurodegenerative di Tubinga e pubblicata sulla rivista Nature Medicine ha individuato un nuovo test del sangue che potrebbe suggerire in anticipo la futura diagnosi di Alzheimer.
Il segreto di questo test starebbe nell’analizzare i livelli di una specifica proteina presente nel sangue di ogni persona: misurare i cambiamenti nei livelli di una certa porzione di sangue in un paziente può aiutare a mostrare il danno che sta accadendo al cervello molto prima che un paziente inizi a mostrare i sintomi iniziali della malattia.
Sperimentato con successo su pazienti con una rara forma familiare di Alzheimer precoce, in futuro potrebbe essere usato per valutare qualsiasi tipo di danno al cervello, incluso quello provocato da sclerosi multipla, ictus e traumi.