Antartide: Un enigma forse dovuto ad un meteorite

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Nelle remote e gelide terre dell’Antartide si nasconde un enigma di proporzioni colossali: un cerchio quasi perfetto con un diametro di 500 chilometri, scoperto nel 2006 da un satellite della NASA.

Foto@Pixabay

La particolarità di questa struttura circolare ha suscitato un vivo interesse e non poco dibattito nel mondo scientifico, principalmente a causa di un campo gravitazionale insolitamente elevato in quella zona. Varie ipotesi sono state avanzate dagli scienziati per tentare di spiegare questa stranezza, alcune delle quali spaziano fino all’ipotetica presenza di astronavi aliene e di portali per universi paralleli.

Nonostante le numerose teorie, gli ultimi studi condotti da astrobiologi della NASA hanno proposto una teoria più inquietante. La causa di questa anomalia gravitazionale potrebbe essere l’impatto con la Terra di un asteroide antico.

Jennifer Eigenbrode, astrobiologa presso il Planetary Environment Laboratory della NASA, ha rivelato che la struttura circolare osservata è molto simile a quelle che si trovano vicino ai grandi crateri formatisi a seguito dell’impatto con meteoriti.

Basandosi sulle dimensioni del cerchio, gli esperti hanno dedotto che il meteorite in questione potrebbe essere stato uno dei più massicci a colpire il nostro pianeta, con un diametro stimato in 50 chilometri, superando quindi le dimensioni dell’oggetto celeste responsabile dell’estinzione dei dinosauri.

Si ritiene che l’asteroide si sia schiantato sull’Antartide circa 250 milioni di anni fa, innescando una delle più devastanti estinzioni di massa nella storia del nostro pianeta, nota come la Grande Estinzione del Permiano. Questo cataclisma portò alla scomparsa del 96% delle specie marine, oltre alla metà dei vertebrati terrestri e quasi all’intera popolazione di insetti.

Questo evento rappresenta la più grave estinzione di massa mai verificatasi sulla Terra“, ha commentato Eigenbrode. “E crediamo che le prove di questo cataclisma possano ancora essere osservate oggi nell’Antartide.”

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