Vangelia Gushterova, meglio nota come Baba Vanga, continua a far parlare di sé a quasi trent’anni dalla sua scomparsa. La mistica bulgara, conosciuta come la “Nostradamus dei Balcani“, è al centro di un fascino intramontabile, alimentato da una lunga serie di presunte profezie che, secondo i suoi seguaci, si sarebbero avverate con una precisione sconcertante.

Le predizioni che hanno costruito la leggenda
La fama di Baba Vanga è legata in modo indissolubile ad alcuni eventi epocali che avrebbe predetto con largo anticipo. Tra le sue visioni più celebri, citate e riprese in tutto il mondo, spiccano l’attacco alle Torri Gemelle dell’11 settembre 2001, il disastro nucleare di Chernobyl del 1986 e persino la morte della Principessa Diana. Secondo i suoi sostenitori, la sua percentuale di successo si attesterebbe attorno all’85%, un dato impressionante che ha contribuito a costruire un vero e proprio mito attorno alla sua figura.
Tuttavia, è fondamentale approcciarsi a queste affermazioni con uno sguardo critico. Come riportato da numerose analisi e testate giornalistiche, tra cui un’inchiesta de Il Fatto Quotidiano, Baba Vanga era semi-analfabeta e non ha mai lasciato alcun testo scritto di suo pugno.
Tutte le sue profezie sono il frutto di trascrizioni e racconti orali dei suoi seguaci, un passaparola che rende oggi estremamente difficile, se non impossibile, distinguere le sue parole originali dalle successive interpretazioni o dalle vere e proprie invenzioni. Questa assenza di fonti primarie è il principale punto di debolezza nella verifica della loro autenticità.
Cosa ci riserverebbe il futuro secondo Vanga?
Nonostante i dubbi sulla veridicità, le liste di presunte previsioni future attribuite a Baba Vanga continuano a circolare online, specialmente all’avvicinarsi di un nuovo anno. Queste visioni dipingono un futuro lontano, ricco di trasformazioni radicali per l’umanità e il pianeta Terra. Tra le più note troviamo:
- 2033: Un drastico innalzamento del livello dei mari a causa dello scioglimento delle calotte polari. Un’eco di questa visione si ritrova nei moderni studi scientifici sui cambiamenti climatici, come quelli del Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico (IPCC).
- 2046: La clonazione degli organi diventerà una pratica comune e accessibile, rivoluzionando la medicina dei trapianti.
- 2100: La creazione di un sole artificiale per illuminare il lato oscuro del nostro pianeta, risolvendo potenzialmente crisi energetiche.
- 2130: L’umanità fonderà le prime civiltà sottomarine, forse grazie a un contatto con intelligenze extraterrestri.
- 3797: La Terra cesserà di essere abitabile, costringendo la specie umana a migrare verso un nuovo sistema stellare per sopravvivere.
Queste, come molte altre, sono profezie affascinanti ma prive di riscontri documentali certi. Spesso vaghe e soggette a interpretazione, si legano a paure e speranze collettive, garantendone la diffusione virale.
Conclusione
La figura di Baba Vanga rimane sospesa tra il fascino del mistero e la necessità di un approccio critico. Le sue profezie, vere o presunte, continuano a stimolare la nostra immaginazione e a interrogarci sul futuro che ci attende. Che si scelga di credere o meno, le sue visioni offrono uno spunto di riflessione sulle sfide future dell’umanità.
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