Nel cuore pulsante dell’Egitto, la necropoli di Saqqara, si cela un mistero che ha attraversato i millenni. Non si tratta di una maledizione o di una trappola mortale, ma di un’assenza: quella di un faraone di cui qualcuno, con feroce determinazione, ha tentato di cancellare ogni traccia.

Userkare: il fantasma della VI dinastia
La storia che riemerge dalla sabbia è quella di Userkare, un sovrano della VI dinastia (circa 2345-2181 a.C.) il cui regno fu tanto breve quanto enigmatico. Per anni, l’archeologo francese Vassil Dobrev e il suo team hanno seguito le sue labili tracce a Saqqara Sud. La loro non è la caccia a un tesoro, ma alla verità storica su un possibile usurpatore.
Le prove di questa antica congiura del silenzio sono emerse non da una piramide, ma dalle tombe di chi visse in quel periodo turbolento. Un esempio eclatante è la sepoltura di Haunefer, un sacerdote lettore al servizio di Pepi I, predecessore (e forse vittima) di Userkare. Come riportato da studi egittologici, sulle pareti di queste tombe, i nomi e i volti legati a Userkare sono stati meticolosamente scalpellati via.
Questa pratica, nota ai latini come damnatio memoriae, era la punizione più terribile: negare a qualcuno l’esistenza eterna. Cancellare un nome significava condannare un’anima all’oblio. Questo atto di cancellazione sistematica suggerisce che l’ascesa di Userkare fu probabilmente il risultato di un colpo di stato e che i suoi successori fecero di tutto per epurare la sua memoria dalla storia ufficiale.
La tecnologia svela gli intrighi del passato
Quello che un tempo era un intrigo di palazzo, oggi viene ricostruito con una precisione sorprendente. Il team di Dobrev non si affida solo a palette e pennelli. La mappatura GPS e la documentazione digitale hanno permesso di creare una pianta dettagliata dell’area, identificando schemi e allineamenti invisibili a occhio nudo.
Grazie a questi dati, gli archeologi hanno potuto persino ipotizzare la probabile posizione della piramide perduta di Userkare. Le sepolture reali, infatti, non erano casuali ma seguivano un rigido ordine geografico e rituale. Ogni tomba, ogni iscrizione, anche quelle cancellate, diventa un pezzo di un puzzle storico complesso, fatto non solo di faraoni e dei, ma anche di faide familiari. Incredibilmente, persino il ritratto della figlia maggiore del sacerdote Haunefer è stato rimosso, un segno di quanto profonde e spietate potessero essere le ripercussioni politiche e sociali.
Conclusione: un mistero ancora da svelare
La piramide e la mummia di Userkare non sono state ancora trovate, ma la sua storia sta riemergendo con forza dalla polvere. Ogni frammento di ceramica e ogni geroglifico abraso ci raccontano di un Egitto antico meno monolitico di quanto immaginiamo, scosso da lotte per il potere così violente da proiettare la loro ombra fino a noi. La ricerca a Saqqara continua, a dimostrazione che il passato non è mai veramente sepolto, ma attende solo di essere riscoperto.
Curiosa per natura e appassionata di tutto ciò che è nuovo, Angela Gemito naviga tra le ultime notizie, le tendenze tecnologiche e le curiosità più affascinanti per offrirtele su questo sito. Preparati a scoprire il mondo con occhi nuovi, un articolo alla volta!