ChatGPT, il colosso dell’intelligenza artificiale che sta ridefinendo il modo in cui interagiamo con la tecnologia, ha recentemente subito una sconfitta tanto inaspettata quanto simbolica. In un’epoca in cui i modelli linguistici diventano sempre più sofisticati, una sfida apparentemente semplice ha messo in luce una verità fondamentale sulla natura di questi strumenti: non sono onniscienti. L’avversario? Non un supercomputer moderno, ma un pezzo di storia videoludica vecchio quasi mezzo secolo.
La Sfida: Gigante Moderno contro Pioniere Digitale
L’idea è venuta all’ingegnere Robert Caruso, che ha deciso di mettere alla prova le capacità strategiche di ChatGPT in un duello generazionale. Da un lato, uno dei più avanzati modelli di linguaggio mai creati; dall’altro, Video Chess, un gioco per la console Atari 2600 rilasciato nel 1979.
Tramite un emulatore, la partita ha avuto inizio. Il risultato, dopo 90 minuti di gioco, è stato netto: il software di 45 anni ha battuto l’intelligenza artificiale. Ma come è stato possibile?
Anatomia di una Sconfitta: Perché ChatGPT ha Fallito?
La performance di ChatGPT sul campo di battaglia a 64 caselle è stata, per usare un eufemismo, deludente. L’ingegnere che ha condotto il test ha documentato una serie di errori che nessun giocatore, nemmeno a livello amatoriale, commetterebbe. Nello specifico, l’IA ha:
- Effettuato mosse illegali, tentando di muovere i pezzi in modi non consentiti dalle regole.
- Confuso i pezzi, scambiando il ruolo di torri e alfieri.
- Ignorato le mosse avversarie, dimostrando una totale mancanza di consapevolezza della scacchiera.
Anche quando l’interfaccia grafica è stata sostituita dalla più chiara notazione algebrica, gli errori sono persistiti. Secondo Caruso, il livello di gioco era così basso da risultare imbarazzante persino per un club di scacchi scolastico.
La Vera Natura dell’IA: Progettata per Parlare, non per Calcolare
Questo risultato, sebbene sorprendente per il grande pubblico, non stupisce gli esperti. Svela infatti una distinzione cruciale nel mondo dell’intelligenza artificiale. ChatGPT, come altri Large Language Models (LLM), è un “motore di previsione linguistica”. La sua architettura è progettata per comprendere, generare e contestualizzare il linguaggio umano, non per eseguire calcoli strategici complessi. Come spiegato dalla stessa OpenAI, la sua società madre, un LLM funziona prevedendo la parola successiva più probabile in una sequenza.
È una tecnologia radicalmente diversa da quella dei motori scacchistici. Questi ultimi, come il leggendario Deep Blue di IBM che nel 1997 sconfisse il campione del mondo Garry Kasparov, sono costruiti su un’unica base: la logica e il calcolo. Analizzano milioni di posizioni al secondo, valutano le linee strategiche e scelgono la mossa ottimale attraverso la pura potenza di calcolo. Una cronaca di quella storica partita è disponibile direttamente sul sito di IBM, a testimonianza di come l’approccio all’IA per il gioco sia un campo altamente specializzato.
Come ha brillantemente sintetizzato Caruso, “ChatGPT non è un ottimo strumento per giocare a scacchi, ma è un ottimo strumento per chiacchierare di scacchi”. Può raccontarti la storia del gioco, spiegarti le aperture più famose e analizzare partite storiche, ma quando si tratta di giocare, la sua intelligenza si rivela inadatta allo scopo. La sua sconfitta non è un fallimento dell’IA, ma una fondamentale lezione sulla sua specializzazione.
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