Il tempo, per come lo viviamo ogni giorno, sembra scorrere in una sola direzione. Le ore si succedono, il passato è fissato e il futuro incerto. Ma secondo alcuni dei più recenti sviluppi nella fisica quantistica, questa visione potrebbe essere un’illusione. Il tempo, come lo conosciamo, potrebbe non esistere affatto.

Un’affermazione che a prima vista sembra assurda, eppure è sostenuta da una crescente mole di teorie fisiche e riflessioni filosofiche. Ma cosa significa davvero “il tempo non esiste”? E come può la scienza arrivare a una conclusione tanto radicale?
Quando la fisica mette in discussione il tempo
L’idea che il tempo sia un’illusione non è nuova. Carlo Rovelli, fisico teorico italiano e uno dei massimi esperti di gravità quantistica, afferma nel suo libro “L’ordine del tempo” che il tempo non esiste come entità universale. Secondo la loop quantum gravity, teoria di cui è cofondatore, lo spazio-tempo non è continuo, ma quantizzato, e il tempo non scorre allo stesso modo per tutti gli osservatori.
“Il tempo non è un ingrediente fondamentale dell’universo, ma una costruzione che emerge da relazioni tra eventi”, scrive Rovelli.
Questo significa che, a livello microscopico, gli eventi quantistici non hanno una sequenza temporale fissa. Alcuni esperimenti mentali, come il famoso “paradosso del gatto di Schrödinger”, e recenti studi su stati quantistici entangled, suggeriscono che è possibile avere un “prima” e un “dopo” che dipendono dall’osservatore – o che addirittura non esistono affatto.
Il tempo come illusione emergente
Nel quadro della meccanica quantistica, molti fisici oggi considerano il tempo non come una dimensione oggettiva, ma come una proprietà emergente. In pratica, ciò che percepiamo come tempo sarebbe il risultato di un’interazione tra sistemi fisici. A livello fondamentale, l’universo potrebbe essere descritto meglio senza alcun riferimento al tempo, come se tutto accadesse “insieme” e il nostro cervello fosse a organizzare gli eventi in sequenza.
Uno studio pubblicato su Nature Physics nel 2022, condotto da un team dell’Università di Vienna, ha dimostrato che due eventi possono avvenire senza un ordine causale definito, grazie a un fenomeno chiamato causalità indefinita (→ Nature Physics).
Implicazioni profonde: dalla cosmologia alla coscienza
Se il tempo non esiste nel senso convenzionale, le conseguenze vanno ben oltre la teoria. Si aprono nuove frontiere nella comprensione della coscienza, nella teoria dell’informazione, nella struttura dell’universo primordiale e perfino nella tecnologia futura, come i computer quantistici.
In cosmologia, alcune versioni della teoria delle stringhe e della gravità quantistica suggeriscono che l’universo esiste in uno stato “atemporale”, dove il tempo emerge solo in relazione a specifiche condizioni iniziali. Alcuni scienziati, come Julian Barbour, autore di The End of Time, spingono l’idea ancora oltre: l’universo è composto da una collezione di “fotogrammi” statici, che noi interpretiamo come una sequenza.
Il tempo esiste solo nella nostra mente?
A questo punto, la domanda non è più “il tempo esiste?”, ma piuttosto: perché lo percepiamo? Alcuni neuroscienziati suggeriscono che il cervello costruisce il tempo come una mappa cognitiva per organizzare eventi e ricordi. Ma a livello fondamentale, potrebbe trattarsi di una categoria mentale, utile ma non reale.
Fonti autorevoli per approfondire
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