Capita a tutti di sentirla, magari a una festa di laurea o durante un brindisi per una promozione. “Ad maiora!“, esclama qualcuno con un sorriso sincero. Ma cosa si nasconde davvero dietro questa formula latina tanto usata quanto, a volte, poco compresa? Non è una semplice pacca sulla spalla, ma un augurio denso di storia e di speranza, un invito a guardare sempre oltre.

Letteralmente, l’espressione si traduce dal latino come “verso cose più grandi”. Un concetto tanto semplice quanto potente. È il riconoscimento di un traguardo raggiunto e, allo stesso tempo, la spinta propulsiva verso il prossimo. Pensala così: non è un punto di arrivo, ma un trampolino di lancio. Come sottolinea il vocabolario Treccani, è una “formula d’augurio con cui ci si rivolge a chi ha conseguito un’affermazione, per auspicargli ulteriori successi o risultati”. È l’essenza stessa del progresso, racchiusa in due parole.
Ma da dove spunta fuori questo augurio?
L’origine si perde nella classicità romana, un’eco di un mondo dove il valore e l’ambizione erano virtù cardinali. Non esiste un singolo autore a cui attribuire la frase, il che la rende ancora più affascinante. Appartiene al patrimonio collettivo della lingua latina, quella fucina di concetti che hanno modellato il pensiero occidentale. Era un modo per riconoscere il valore di un individuo, spronandolo a non adagiarsi sugli allori. Un monito a considerare ogni successo come un gradino, non come la cima della scala. Questo spirito è talmente radicato che spesso la formula viene potenziata in “Ad maiora semper”, ovvero “Sempre verso cose più grandi”. Un’enfasi che ne rafforza l’intento, quasi a renderlo un mantra per la vita.
Allora, quando la usiamo?
Ti è mai capitato di finire un progetto importante e sentire quel misto di sollievo e smarrimento? Ecco, quello è il momento perfetto per un “ad maiora”. È un augurio che si sposa magnificamente con i momenti di passaggio: la fine di un percorso di studi, un nuovo incarico lavorativo, un cambiamento di vita significativo. È un modo elegante e denso di significato per dire “Bravo, e adesso spicca il volo”. Non celebra solo il risultato, ma la potenzialità che quel risultato ha liberato. È un augurio che guarda al futuro, che scommette sulla crescita continua della persona a cui è rivolto. Un vero e proprio investimento di fiducia.
In fondo, “ad maiora” ci ricorda che la vita è un viaggio, non una destinazione. Ogni meta raggiunta è solo il punto di partenza per la prossima avventura, per la prossima scoperta, per la prossima versione, più grande, di noi stessi.
Per chi volesse esplorare ulteriormente le radici e le sfumature di questa e altre espressioni latine, fonti autorevoli come l’enciclopedia Treccani o il portale dell’Accademia della Crusca offrono spunti di approfondimento preziosi.
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