Il referendum è uno degli strumenti più importanti di democrazia diretta in Italia. Ma chi può davvero decidere di farlo svolgere? La Costituzione stabilisce regole precise: sono i cittadini, il Parlamento o le Regioni ad avere la facoltà di richiederlo, a seconda della tipologia.
La chiave è che nessun referendum nasce da un governo o da un singolo politico: servono numeri, firme e procedure costituzionali ben definite.

Che cos’è un referendum e perché esiste in Italia
Il referendum è un istituto previsto dalla Costituzione italiana del 1948 (articoli 75 e 138). Permette ai cittadini di esprimersi direttamente su una legge o su modifiche costituzionali, integrando la democrazia rappresentativa.
- Referendum abrogativo (art. 75): i cittadini decidono se cancellare una legge o parte di essa.
- Referendum costituzionale (art. 138): si vota per confermare o respingere una riforma della Costituzione.
Secondo i dati del Ministero dell’Interno, dal 1946 a oggi in Italia si sono svolti oltre 70 referendum nazionali, molti dei quali hanno inciso profondamente sulla società, come quello del 1974 sul divorzio o del 2016 sulla riforma costituzionale.
Chi decide di fare un referendum abrogativo?
Il referendum abrogativo può essere richiesto in due modi:
- Da almeno 500.000 cittadini elettori che raccolgono e depositano le firme.
- Da 5 Consigli regionali che approvano una richiesta comune.
Una volta raccolte le firme o approvate le delibere, la Corte di Cassazione verifica la regolarità della richiesta, mentre la Corte Costituzionale decide se il quesito è ammissibile. Non tutte le materie, infatti, possono essere sottoposte a referendum: sono escluse le leggi fiscali, di bilancio, di amnistia e indulto, e le ratifiche di trattati internazionali.
In sintesi: il popolo o le Regioni possono chiedere un referendum, ma è la Corte Costituzionale a dire l’ultima parola sulla validità.
Chi indice il referendum costituzionale?
Il referendum costituzionale segue regole diverse:
- Avviene quando il Parlamento approva una legge di modifica alla Costituzione senza raggiungere la maggioranza qualificata dei due terzi in entrambe le Camere.
- In quel caso, se entro tre mesi lo chiedono un quinto dei parlamentari, 500.000 elettori o 5 Consigli regionali, il Presidente della Repubblica indice il referendum.
Esempio recente: nel 2020 si è votato il referendum sul taglio dei parlamentari. Non avendo raggiunto i due terzi in Parlamento, la riforma è stata sottoposta al voto popolare.
Chi decide quando si vota?
Una volta che il quesito è stato dichiarato ammissibile, la data del referendum viene fissata dal Presidente della Repubblica, su proposta del Governo, con decreto pubblicato in Gazzetta Ufficiale.
La consultazione deve svolgersi in una domenica compresa tra il 15 aprile e il 15 giugno. Questa finestra temporale serve a garantire uniformità e partecipazione.
Quali condizioni servono perché il referendum sia valido?
Perché il referendum abrogativo abbia valore, deve raggiungere il quorum del 50% + 1 degli aventi diritto al voto. Se non si raggiunge, il risultato non ha effetti.
Il referendum costituzionale, invece, non ha quorum: vale qualunque sia l’affluenza.
Questa differenza spiega perché in Italia molti referendum abrogativi recenti non abbiano avuto conseguenze: spesso l’affluenza è stata sotto la soglia del 50%.
Perché il referendum resta importante oggi
Nonostante il calo di partecipazione degli ultimi decenni, il referendum rimane uno strumento fondamentale di democrazia diretta.
Secondo l’Istat, i referendum con maggiore affluenza sono stati quelli legati a diritti civili, come divorzio e aborto. Questo dimostra che i cittadini tendono a mobilitarsi quando le scelte toccano la vita quotidiana.
FAQ
Chi può richiedere un referendum in Italia?
Un referendum può essere richiesto da 500.000 cittadini con diritto di voto o da almeno 5 Consigli regionali. Per il referendum costituzionale la richiesta può arrivare anche da un quinto dei parlamentari.
Chi decide se un referendum è valido?
La Corte Costituzionale valuta l’ammissibilità del quesito. Il risultato diventa vincolante solo se è rispettato il quorum (nel caso degli abrogativi).
Chi indice ufficialmente il referendum?
Il referendum viene indetto dal Presidente della Repubblica con decreto, una volta verificata l’ammissibilità dalla Corte Costituzionale.
Qual è la differenza tra referendum abrogativo e costituzionale?
Il primo serve a cancellare una legge, il secondo a confermare o respingere riforme costituzionali. Solo il referendum abrogativo richiede il quorum.
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