Uno studio recentemente pubblicato su Nature Astronomy ha rivelato che le civiltà extraterrestri potrebbero essere dotate di intelligenza, ma incontrano ostacoli nello sviluppo tecnologico dovuti alle peculiarità della loro atmosfera.
La ricerca ha evidenziato l’importanza dell’ossigeno atmosferico: essenziale per l’evoluzione della vita, la sua presenza influisce significativamente sulla capacità di una specie di progredire tecnologicamente.
Gli autori dell’articolo enfatizzano il ruolo cruciale del fuoco e della respirazione nella formazione di civiltà e tecnologie. In ambienti con bassi livelli di ossigeno, il fuoco – un elemento fondamentale per lo sviluppo tecnologico – non può verificarsi facilmente.
Lo studio spiega che il fuoco ha avuto un impatto decisivo sull’evoluzione della civiltà umana, facilitando processi come la cottura, che ha contribuito al nostro sviluppo fisico e mentale. Inoltre, il fuoco ha permesso agli umani di manipolare l’ambiente e migliorare le tecniche di caccia.
L’uso del fuoco come fonte di energia è stato un punto di svolta. Inizialmente utilizzato per il calore, ha poi trovato applicazioni più avanzate come la metallurgia e la produzione di strumenti. Infine, è diventato la forza trainante della rivoluzione industriale, dando inizio all’Antropocene.
Il concetto di “collo di bottiglia di ossigeno” descritto nell’articolo suggerisce che la mancanza di ossigeno potrebbe limitare lo sviluppo tecnologico di specie aliene intelligenti. Questo potrebbe spiegare perché non abbiamo ancora avuto contatti con civiltà tecnologicamente avanzate.
Inoltre, il team di ricerca propone alternative per la produzione di calore, come l’utilizzo dell’energia solare o geotermica. Tuttavia, queste non sono altrettanto efficaci o accessibili come la combustione.
Adam Frank, coautore dello studio, sottolinea che su pianeti con bassi livelli di ossigeno, gli esseri intelligenti non potrebbero utilizzare il fuoco per cuocere, manipolare l’ambiente o sviluppare tecnologie avanzate.
Gli studiosi consigliano prudenza nell’interpretare segnali tecnologici da pianeti con insufficienti livelli di ossigeno, sostenendo che questo potrebbe essere un criterio fondamentale per escludere mondi non idonei nella ricerca di vita intelligente nello spazio.