Cibi doc e dop italiani saranno etichettati come dannosi per la salute?

VEB

Patrimonio immateriale dell’Umanità, la Dieta Mediterranea è il regime alimentare perfetto da seguire per vivere a lungo e in salute.

Siccome la dieta mediterranea presenta un menù molto vario ed eterogeneo, nel corso degli anni è stata messa a punto una vera e propria piramide alimentare, cioè una rappresentazione grafica che aiuta a capire quali cibi scegliere e con che frequenza consumarli nella propria quotidianità.

Sostanzialmente, alla base di questa piramide c’è l’acqua: almeno due litri al giorno devono essere assicurati al nostro corpo.

Un gradino più su ci sono i cereali: pane, pasta, riso, preferibilmente a base di farine non raffinate, quindi nella forma integrale, devono essere sempre presenti sulle nostre tavole in quantità di circa il 50-60% del totale calorico che ingeriamo. Più su ci sono frutta e verdura, che devono essere locali e di stagione. Caldeggiato anche l’utilizzo di olio extravergine di oliva come fonte di condimento, la cui presenza deve essere moderata ma costante in ogni pietanza.

Nei gradini superiori ci sono gli alimenti che devono essere consumati di meno, come quelli di origine animale, come ad esempio la carne bianca e il pesce, le uova, formaggi, latte e latticini, la cui frequenza non dovrebbe essere superiore a due-tre porzioni a settimana.

Al vertice, nel posto destinato agli alimenti che si dovrebbero evitare o consumare raramente, c’è la carne rossa e gli zuccheri raffinati come dolci e preparati industriali.

Nessun cibo quindi, soprattutto quelli preparati secondo la tradizione e senza conservanti, deve essere eliminato, eppure l’Organizzazione mondiale della sanità equipara alcune delle eccellenze agroalimentari italiane, come il prosciutto, il parmigiano, il vino ma anche il celeberrimo olio d’oliva, a cibi dannosi per la salute.

Strano ma vero, e addirittura propone di etichettarli, così come oggi si fa già per le sigarette, che però ad onor del vero sono realmente cancerogene, come hanno indicato tutti gli studi che ne hanno studiato la composizione e gli effetti.

La mossa pensata da Onu e Oms è mirata a ridurre il consumo di alimenti associati più o meno legittimamente a malattie non trasmissibili, quali diabete, patologie cardiovascolari, tumori.

Patologie che, secondo gli studi, sono responsabili di un numero di morti che potrebbe diminuire di un terzo entro il 2030, se si applicassero etichette che invitano a stare in guardia, in particolare dal sale.

Una mossa che però appare alquanto azzardata e che “colpisce oltre un prodotto agroalimentare Made in Italy esportato su tre, con effetti gravissimi sull’economia del Paese ma anche sulla salute dei cittadini”.

E’ quanto stima la Coldiretti: “Sulla scorta dei sistemi di etichetta a semaforo adottati in Gran Bretagna e Francia – spiega l’associazione – l’Onu, nella terza riunione sulle malattie non trasmissibili il 27 settembre, si prepara a penalizzare i prodotti che contengono zuccheri, grassi e sale, equiparandoli di fatto alle sigarette con l’inserimento di immagini choc sulle confezioni per scoraggiarne il consumo, mentre darebbe il via libera a tutti i prodotti dietetici e poveri di zuccheri delle multinazionali, come ad esempio le bibite gassate ricche di aspartame”.

Ma si può veramente pensare di eliminare i cibi caratterizzanti della Dieta Mediterranea e far spazio a prodotti preconfezionati, che eliminano artificialmente zuccheri e grassi, ma parallelamente inseriscono altrettante sostanze che potrebbero essere parimenti nocive?

“In questo modo – ricorda Coldiretti – si mette in pericolo non solo la salute dei cittadini italiani ed europei, ma anche un sistema produttivo di qualità che si è affermato pure grazie ai riconoscimenti dell’Unione Europea. In gioco per l’Italia c’è la leadership in Europa nelle produzioni di qualità con 293 riconoscimenti di prodotti a denominazione (Dop/Igp)”.

Per ora la partita è ancora aperta: se ne discuterà il 27 settembre a New York, nel corso di una seduta in cui verrà valutata la portata delle malattie non trasmissibili e i progressi compiuti nella lotta, e chissà se si troverà un modo per non penalizzare le nostre eccellenze culinarie.

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