La Cappadocia, in Turchia, non è solo paesaggi lunari e “camini delle fate”. Sotto la superficie, si nasconde un incredibile labirinto di storia e ingegneria: le città sotterranee. Questi complessi ipogei, scavati nella tenera roccia vulcanica, raccontano storie millenarie di paura, fede e straordinaria capacità di adattamento.
Si stima che esistano oltre 200 città sotterranee nella regione, come le famose Derinkuyu e Kaymaklı, e almeno 40 hanno più di tre livelli di profondità.

Come Erano Costruite: Una Metropoli Nascosta
Immaginare queste città come semplici grotte è un errore. Erano vere e proprie metropoli sotterranee capaci di ospitare migliaia di persone per mesi interi.
L’Architettura della Sopravvivenza
La chiave di questi scavi è il tufo, una roccia vulcanica relativamente morbida, facile da lavorare ma che, una volta esposta all’aria, si indurisce, garantendo stabilità alla struttura.
- Profondità e Capienza: La città di Derinkuyu, ad esempio, la più grande finora scoperta, raggiunge una profondità di circa 85 metri e poteva dare rifugio a un numero stimato tra le 3.000 e le 20.000 persone con il loro bestiame e le provviste (Fonte: Cappadocia Travel Pass).
- Abitazioni su Più Livelli: Queste strutture si sviluppavano su numerosi livelli, come un moderno edificio multipiano rovesciato. La vita era organizzata per garantire l’autosufficienza. Troviamo dormitori, stalle per il bestiame (spesso ai piani superiori, per un rapido accesso), cucine comuni, magazzini per il cibo e cantine vinicole.
- Spazi Sociali e Spirituali: Non mancavano spazi per la vita comunitaria e religiosa. A Derinkuyu, è stata rinvenuta una scuola teologica con soffitto a volta e ambienti dedicati, a testimonianza della continuità della vita spirituale e culturale.
Sistemi di Sicurezza e Aria Fresca
Ciò che colpisce è il sofisticato sistema di ingegneria, essenziale per la sopravvivenza in un ambiente sigillato.
- Ventilazione: La città di Derinkuyu era dotata di oltre 50 pozzi di ventilazione, alcuni dei quali scendevano fino a 55 metri di profondità, garantendo un flusso d’aria naturale e continuo in tutti i livelli.
- Porte di Pietra: Per sigillare i passaggi contro gli invasori, venivano usate enormi porte a forma di macina (simili a ruote), in grado di bloccare ermeticamente i corridoi. Si parla di porte del peso di oltre 200 kg che potevano essere azionate solo dall’interno (Fonte: Arché Travel).
- Acqua: L’approvvigionamento idrico era garantito da pozzi verticali che attingevano direttamente alle falde acquifere sotterranee.
Perché Furono Scavate: Un Rifugio Contro la Paura
Lo scopo primario di queste città è la protezione e il rifugio in un periodo storico estremamente instabile.
Dagli Antichi ai Cristiani Bizantini
Le origini più antiche degli scavi si collocano tra l’VIII e il VII secolo a.C., attribuite ai Frigi. Già all’epoca, lo storico greco Senofonte, nella sua Anabasi, raccontava di popolazioni che vivevano in case sotterranee nella regione.
Tuttavia, il periodo di massima espansione e utilizzo fu l’Alto Medioevo, in particolare durante l’era bizantina (VII-XI secolo d.C.).
- Rifugio Dalle Invasioni: Le popolazioni locali, spesso cristiane, utilizzarono queste fortezze sotterranee per nascondersi dalle frequenti scorrerie e invasioni di arabi e altre potenze straniere che attraversavano l’Anatolia. La possibilità di isolarsi con cibo e acqua per mesi era l’unica vera difesa in una regione esposta.
- Persecuzioni: Le comunità cristiane trovarono rifugio qui anche durante i periodi di persecuzione. Questi spazi permisero loro di preservare la propria fede e di mantenere vive le proprie tradizioni. Successivamente, i tunnel vennero usati come nascondiglio anche dalle comunità greche e armene in Turchia fino al 1923, l’anno dello scambio di popolazioni tra Grecia e Turchia, momento in cui vennero definitivamente abbandonate.
Le città sotterranee della Cappadocia sono quindi la dimostrazione di come l’ingegno umano, di fronte alla minaccia, riesca a creare risposte architettoniche di incredibile resilienza, sfruttando ciò che la natura locale offriva.
FAQ – Domande Frequenti
Qual è la città sotterranea più grande della Cappadocia?
Derinkuyu è considerata la città sotterranea più grande e profonda. Si estende per circa 85 metri sotto terra su oltre 20 livelli stimati, anche se solo 8 sono accessibili al pubblico. Poteva ospitare fino a 20.000 persone. Derinkuyu significa letteralmente “pozzo profondo” in turco, un nome che rende omaggio ai suoi avanzati sistemi di ventilazione.
Quanto tempo si poteva vivere in queste città?
Gli abitanti potevano vivere completamente isolati per diversi mesi. La struttura era pensata per l’autosufficienza: avevano riserve di cibo, stalle per il bestiame, pozzi per l’acqua e un sistema di ventilazione efficiente. Le enormi porte di pietra rotanti servivano a sigillare l’ingresso durante le incursioni, trasformando la città in un bunker impenetrabile.
Le città sotterranee sono collegate tra loro?
Sì, alcune delle principali città sotterranee erano collegate da lunghi tunnel. L’esempio più noto è la connessione tra Derinkuyu e Kaymaklı, unite da un tunnel sotterraneo che si estende per circa 9 chilometri. Questo suggerisce un sistema di difesa e comunicazione regionale molto esteso e coordinato tra le varie comunità.
Chi ha costruito le città sotterranee e quando?
Le prime fasi di scavo risalgono all’epoca dei Frigi, tra l’VIII e il VII secolo a.C., sfruttando la facilità di lavorazione del tufo vulcanico. Tuttavia, la loro espansione maggiore, con l’aggiunta di chiese e scuole, avvenne principalmente nel periodo bizantino (VII-XI secolo d.C.), quando furono utilizzate come rifugio dalle popolazioni cristiane perseguitate e dagli invasori.
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