- La pendenza della Torre di Pisa è causata da un cedimento del terreno già durante la costruzione;
- La composizione argillosa del suolo ha accentuato l’inclinazione nel tempo;
- Interventi di ingegneria moderna hanno evitato il crollo, mantenendo però la sua inclinazione caratteristica.
Un’icona mondiale nata da un errore: l’origine della pendenza
La Torre di Pisa è famosa in tutto il mondo per la sua pendenza. Ma perché la Torre di Pisa è storta? La risposta risale addirittura al XII secolo, quando iniziarono i lavori di costruzione. Già dopo la posa del terzo piano, i costruttori notarono un’inclinazione verso sud. Il motivo? Il terreno su cui sorge la torre è instabile e composto in gran parte da sabbia e argilla, materiali incapaci di sostenere uniformemente il peso del monumento.

La Torre, che è in realtà il campanile del Duomo di Pisa, fu costruita senza considerare adeguatamente le caratteristiche geotecniche del sottosuolo. Questo ha causato un cedimento differenziale delle fondamenta, ovvero un affossamento maggiore su un lato rispetto all’altro. Col passare dei secoli, il problema si è aggravato, tanto da mettere a rischio la stabilità dell’intero edificio. Solo negli anni Duemila, grazie a complessi interventi di ingegneria, l’inclinazione è stata contenuta e stabilizzata.
Gli errori nella costruzione della Torre di Pisa
Fin dalla sua ideazione, la costruzione della Torre di Pisa fu segnata da una serie di decisioni strutturali inadeguate. Iniziata nel 1173, l’opera avrebbe dovuto essere un campanile alto circa 60 metri, ma i progettisti non tennero conto delle condizioni del terreno. Il sottosuolo della zona – un misto di argilla, sabbia e conchiglie marine – è notoriamente instabile, e le fondamenta, profonde solo tre metri, risultarono insufficienti a sostenere il peso della struttura.
Un altro errore fu quello di continuare la costruzione anche dopo l’inizio del cedimento. Dopo una pausa di quasi un secolo – causata da guerre e mancanza di fondi – i lavori ripresero con una strategia “correttiva”: per compensare l’inclinazione, vennero realizzati i piani successivi con una curvatura opposta, tentando di raddrizzare visivamente la torre. Questo ha prodotto la famosa “banana di marmo” che vediamo oggi, con una curvatura doppia che la rende unica al mondo.
Oggi sappiamo che molte delle tecniche utilizzate non rispettavano criteri di sicurezza strutturale noti in epoca moderna. Tuttavia, paradossalmente, queste imperfezioni sono proprio ciò che ha reso la Torre di Pisa un simbolo globale di architettura e resilienza.
I tentativi di stabilizzazione della Torre nel corso dei secoli
Fin dal Medioevo, architetti e ingegneri si sono cimentati in soluzioni per fermare o ridurre l’inclinazione della Torre di Pisa. Tuttavia, per molti secoli ogni intervento si è rivelato inefficace o addirittura dannoso. Uno dei primi tentativi consistette nel rafforzare la base con pietre e materiali pesanti, ma questa scelta peggiorò la situazione, aumentando la pressione sul lato già instabile.
Nel corso dell’Ottocento si provarono approcci più moderni: furono inserite barre di ferro per collegare i piani e si tentò il consolidamento delle fondamenta con iniezioni di cemento. Ma fu solo nel Novecento, con l’aumento dell’interesse internazionale per la conservazione dei beni storici, che iniziarono interventi pianificati su base scientifica. Dopo essere stata chiusa al pubblico nel 1990, la torre fu oggetto di uno dei progetti ingegneristici più complessi mai affrontati: un’opera durata più di un decennio.
Dal 2001, dopo l’abbassamento controllato del terreno sul lato opposto all’inclinazione, la Torre di Pisa ha recuperato circa 40 centimetri di verticalità. Oggi la sua inclinazione è stabile e costantemente monitorata, mantenendo quel fascino “pendente” che l’ha resa celebre senza però rischiare il crollo.
Una torre simbolo di imperfezione e meraviglia
Oggi la Torre di Pisa è molto più di un’opera architettonica: è un simbolo globale di bellezza nell’imperfezione, capace di attirare ogni anno milioni di turisti da tutto il mondo. La sua inclinazione – nata da un errore umano e accentuata da un suolo imprevedibile – è diventata il tratto distintivo che l’ha resa celebre.
Ma il fascino della torre non è solo visivo. È anche un caso di studio per architetti, ingegneri e storici, che vedono in essa la dimostrazione concreta di come l’intervento umano possa salvaguardare la storia, senza cancellarne le fragilità. La Torre di Pisa ci insegna che la memoria può essere conservata anche attraverso l’ingegno e la cura, e che spesso è proprio ciò che non è perfetto a restare impresso nel tempo.