Cosa accade alla nostra anima dopo la morte?

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Subito dopo il trapasso, si ritiene che l’anima mantenga, e addirittura intensifichi, la sua consapevolezza, entrando in uno stato di profonda riflessione sui propri atti terreni, comprendendo pienamente i propri errori e peccati.

Cosa accade alla nostra anima dopo la morte
Foto@Pixabay

Questo momento di chiaroveggenza la spinge a desiderare ardentemente di liberarsi dalle impurità terrene per raggiungere la beatitudine celeste accanto al Creatore.

L’anima, entità invisibile e impalpabile – che secondo alcune teorie peserebbe 21 grammi e sarebbe diffusa in ogni cellula del corpo – possiede coscienza e cerca di evitare la perdizione eterna. Al suo interno risiede un angelo custode, compagno spirituale che ha il compito di proteggere l’individuo durante la vita terrena. Con la morte, l’anima si separa dal corpo, riportando al Creatore le proprie esperienze terrene, insieme alla coscienza e al proprio angelo custode.

La dottrina cristiana descrive la morte come il passaggio dell’anima in una nuova esistenza eterna, destinata al paradiso per i redenti o all’inferno per i dannati, a seconda delle scelte di vita. Il corpo, sepolto, è destinato a risorgere all’apice della storia terrena, riunendosi all’anima nel luogo del suo destino eterno. La salvezza eterna è promessa a chi muore in stato di grazia, mentre la condanna attende chi si allontana da Dio.

Non tutti, tuttavia, accedono direttamente al paradiso; alcuni spiriti necessitano di una purificazione ulteriore nel purgatorio, un luogo di espiazione per i peccati già perdonati attraverso i sacramenti ma che richiedono ancora soddisfazione. L’intercessione dei fedeli viventi attraverso le preghiere può abbreviare questa fase di purificazione, culminando con l’ottenimento dell’indulgenza plenaria che apre definitivamente le porte del paradiso.

La posizione esatta di paradiso, purgatorio e inferno rimane un mistero insondabile per la mente umana, un segreto che si svela solo oltre la soglia della morte. La vita terrena, con i suoi intricati intrecci e scopi, serve come preparazione a questa realtà ultima, segno che oltre la morte esiste un destino significativo per ogni anima.

Infine, la sede dell’anima all’interno del corpo rimane un enigma, non meno impenetrabile della sua destinazione post-mortem. Sebbene la presenza dell’anima sia indiscussa, il suo esatto posizionamento, sia esso nel cuore o nel cervello, sfugge alla conoscenza umana, lasciando aperti infiniti interrogativi sulla natura stessa dell’esistenza.

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