Cosa è accaduto realmente all’Isola di Pasqua?

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Un recente studio sul DNA di 15 antichi abitanti di Rapa Nui, comunemente conosciuta come Isola di Pasqua, ha sfatato una teoria di lunga data riguardante il collasso demografico della popolazione locale. Al contrario, i risultati indicano una crescita costante fino al 1860. La ricerca, pubblicata su Nature, ha anche trovato tracce di mescolanza genetica tra gli isolani e i nativi americani, suggerendo che i colonizzatori polinesiani potrebbero aver attraversato l’Oceano Pacifico e raggiunto le Americhe.

Cosa è accaduto realmente a Isola di Pasqua

Per lungo tempo, gli studiosi hanno dibattuto se la popolazione di Rapa Nui avesse subito un drastico calo nel 1600 a causa di deforestazione, eccessivo sfruttamento delle risorse naturali e conflitti interni, molto prima dell’arrivo degli europei nel 1700. Tuttavia, i nuovi dati genetici suggeriscono che un collasso demografico non si sia mai verificato.

Il team di ricerca, guidato dal dottor J. Victor Moreno-Maillard, ha esaminato il DNA di 15 antichi individui dell’isola, recuperato da un museo francese. L’analisi non ha rilevato segni di un drastico calo genetico che avrebbe indicato un crollo della popolazione. Invece, i risultati mostrano che la popolazione continuò a crescere fino al 1860, quando le incursioni degli schiavisti peruviani e le malattie introdotte dagli europei causarono una drastica riduzione della popolazione.

Un’altra scoperta significativa dello studio riguarda il DNA dei nativi americani rintracciato nel patrimonio genetico dei Rapa Nui, suggerendo che ci fu un contatto tra questi popoli. Questa conclusione si allinea con uno studio genetico del 2020, che aveva rivelato incroci tra polinesiani e indigeni colombiani circa 800 anni fa.

Gli studiosi ritengono che tale incontro possa essere avvenuto tra il 1250 e il 1430 d.C., anche se non è chiaro se furono i Rapa Nui a raggiungere le Americhe o viceversa. “Sappiamo che intorno al 1250 d.C., il 90% del genoma degli abitanti di Rapa Nui era di origine polinesiana“, ha affermato Moreno-Maillard, aggiungendo che “gli elementi genetici americani compaiono intorno al 1300 d.C.”, molto prima dell’arrivo degli europei nel 1722.

I risultati dello studio non sono stati accolti senza polemiche. Alcuni esperti hanno espresso perplessità, tra cui l’archeologa Jo Ann Van Tilburg, direttrice di un importante progetto di ricerca sulle statue dell’Isola di Pasqua. Van Tilburg ha sottolineato la necessità di ulteriori indagini archeologiche per corroborare i risultati genetici. Ha infatti osservato che basare un cambiamento di paradigma solo su 15 campioni di DNA senza adeguato supporto archeologico potrebbe essere rischioso.

Nonostante queste critiche, i ricercatori rimangono fiduciosi nelle loro conclusioni, che gettano nuova luce sulla storia di Rapa Nui e dei suoi abitanti. I risultati dell’analisi genetica contribuiranno anche a identificare meglio i 15 individui esaminati nello studio.

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