Dieta dell’astronauta come perdere peso e quali alimenti eliminare

VEB

Sin da quando il Programma Apollo della NASA ha iniziato a portare gli esseri umani sulla Luna, ben 50 anni fa, l’immaginazione di tutti gli esseri umani è stata affascinata da sogni di viaggi nello spazio per tutti i comuni mortali, come il Senato degli Stati Uniti ha recentemente confermato attraverso il nuovo amministratore della NASA che sostiene il turismo spaziale e l’esplorazione di Marte, forse la prospettiva di viaggiare dalla nostra amata Terra per esplorare il cosmo potrebbe essere possibile in un futuro non troppo lontano, ma tornando con i piedi per terra veniamo a noi.

Come ci hanno ripetuto fino allo sfinimento dietologi, biologi ed esperti della salute in generale, per un regime alimentare equilibrato ed efficace a lungo termine, che non apporta danni all’organismo ed al metabolismo, è essenziale assumere tutti i macronutrienti, nelle giuste dosi e proporzioni, ma senza eliminare nulla.

Eppure, soprattutto in vista della bella stagione, quando i cappotti over lasciano spazio a vestiti più aderenti, si desidera perdere peso velocemente, e quindi ci si affida a diete più sbilanciate, che permettono perdite quasi miracolose.

In questo periodo sta spopolando in rete la cosiddetta “dieta dell’astronauta”: anche se una recente ricerca scientifica ha confermato per l’ennesima volta che anche mangiando pane e pasta si può restare in forma, questo regime li elimina del tutto.

Iniziamo subito col dire che non bisogna lasciarsi ingannare dal nome: la dieta dell’astronauta, nonostante il nome, ha poco a che fare con i viaggi nello spazio.

L’alimentazione più moderna degli astronauti ha veramente pochi punti in comune con questo regime alimentare. In un suo documento ufficiale (“Space Food and Nutrition“), la stessa NASA ha sottolineato che l’alimentazione degli equipaggi ha subito molte trasformazioni. Parecchi anni fa si limitava a pillole di vitamine e cibo liofilizzato, prevalentemente iperproteico. Oggi invece l’alimentazione non differisce da quella degli umani che rimangono a terra, con particolare attenzione alla varietà dei cibi e al corretto apporto di micronutrienti.

La dieta dell’astronauta fa parte delle diete low carb, così come la Atkins o la dieta del dottor Blackburn, anche se è una variante particolare di queste diete, poiché non è, come erroneamente viene riportato in molti siti, una dieta iperproteica.

Dal punto di vista nutrizionale, la dieta dell’astronauta è composta dal 45% di grassi, dal 25% di proteine e dal 30% di carboidrati. Dunque, non si tratta di una dieta iperproteica, dato che il 25% di proteine non è un valore eccessivo.

Piuttosto si tratta di una dieta iperlipidica e ipoglucidica (low carb): gli alimenti consigliati sono dunque quelli proteici e ricchi di grassi, mentre vanno banditi o ridotti drasticamente pane, pasta, cereali in genere, zuccheri e cibi dolci.

Dalla dieta Atkins si differisce per una diminuzione dei grassi (nella dieta Atkins sono circa il 62%) e un aumento dei carboidrati (nella Atkins sono il 14%), tuttavia i carboidrati risultano comunque fortemente penalizzati.

Per controllare la quantità di cibo la dieta dell’astronauta assegna ad ogni cibo un punteggio (i cibi proteici e grassi che hanno i punteggi più bassi) e non bisogna superare un punteggio massimo nell’arco della giornata.

Le linee guida di questa dieta sono scarse; ci può essere un consumo libero di formaggi grassi, salsiccia e burro ma non sono stati decretati i chili che si possono perdere. Essi dipendono dal consumo che si fa degli alimenti concessi.

Per molti esperti comunque questo non è un regime equilibrato. Una percentuale di grassi intorno al 45% è decisamente elevata. Inoltre, l’apporto limitato di carboidrati è del tutto inconciliabile con un’attività fisica regolare e di buona intensità, quindi il regime alimentare, secondo la dieta italiana, è sicuramente incompatibile con un sano stile di vita.

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