Facebook renderà le notizie a pagamento sulla sua piattaforma

VEB

Se da un lato il social sta combattendo e investendo somme enormi per la lotta alle “bufale”, per eliminare cioè dalla sua piattaforma tutte le false notizie e l’informazione fuorviante soprattutto sui temi caldi, parallelamente sembra sia arrivata anche l’ora di batter cassa, sfruttando editori e giornalismo.

Indiscrezioni del Wall Street Journal raccontano infatti che la piattaforma di Zuckerberg sta lavorando a un sistema simile al paywall: dopo alcuni contenuti gratuiti, per leggere gli articoli di testate giornalistiche bisognerà abbonarsi.

Il sistema non garantirà un abbonamento all’intera pubblicazione, ma solo ai pezzi disponibili su Facebook come Instant Articles.

Il colosso di Menlo Park avrebbe già iniziato a stringere accordi con diversi editori americani al fine di trovare la formula migliore per iniziare a monetizzare gli articoli.

Relativamente agli introiti generati dalla piattaforma, l’ipotesi è che Mark Zuckerberg e soci abbiano scelto di non guadagnare direttamente attraverso un sistema basato sulle commissioni; Facebook potrebbe cedere tutti i ricavi agli editori, in cambio questi ultimi dovrebbero cedere a Menlo Park le informazioni relative agli utenti paganti.

La nuova funzionalità rappresenterebbe un vero e proprio vantaggio per gli editori che stanno puntando sempre più sugli abbonamenti digitali per spingere la crescita dei ricavi, inclusi lo stesso WSJ, il New York Times, il Washington Post e il Financial Times.

“Stiamo lavorando con i nostri partner per comprendere il loro business ed esplorare nuovi modi per aiutarli a trarre maggior valore da Facebook”, si è limitata a spiegare in una nota la compagnia, “Stiamo prendendo tempo per capire al meglio i loro diversi obiettivi e bisogni”.

Gli utenti Facebook saranno disposti a pagare per le notizie dei grandi giornali che ogni giorno leggono gratuitamente sulla piattaforma? Difficili a dirsi ad oggi, ma certamente gli scontenti saranno milioni.

Tra l’altro, al momento le informazioni sono minime e non è dunque chiaro in che modo funzionerà questa novità che con buona probabilità sarà resa disponibile già a partire dalla fine dell’anno.

Se l’iniziativa avrà successo, si tratterà senza dubbio di un cambiamento storico nella storia dell’informazione digitale.

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