Gli scienziati del campo astronomico si interrogano sulla possibilità che le supernove possano essere utilizzate come un metodo di comunicazione attraverso l’immensità dello spazio.

Se esistessero civiltà avanzate nei luoghi più isolati dell’universo desiderose di entrare in contatto con noi, quali mezzi potrebbero impiegare? Dato che potrebbero non essere capaci di viaggiare fino a noi o di inviare messaggi a velocità superiori a quella della luce, le loro opzioni di comunicazione potrebbero essere limitate, similmente alle nostre.
Nel tentativo di trovare una soluzione a questa interrogazione, i ricercatori del progetto SETI hanno esaminato l’idea dei “punti Schelling“ – posizioni predefinite dove è possibile coordinare gli sforzi per stabilire un contatto. In termini astronomici, un analogo potrebbe essere l’incontro di due persone in un centro commerciale sulla Terra dopo essersi perse di vista. In maniera analoga, una supernova, con la sua brillantezza e potenza, potrebbe servire da faro per altre civiltà.
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Recentemente, team di ricerca da vari istituti hanno iniziato a indagare la presenza di segnali tecnologici extraterrestri nelle vicinanze della supernova SN 1987A. Nonostante non abbiano ancora ottenuto risultati tangibili, l’interesse nella ricerca di segnali alieni persiste.
“Questo rappresenta un eccellente esempio di come possiamo dirigere le nostre iniziative di ricerca verso strategie che altre civiltà potrebbero impiegare per catturare la nostra attenzione“, ha dichiarato l’astronomo Jason Wright, affiliato al Centro per l’intelligenza extraterrestre della Penn State.
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