Il cervello di uomini e donne non funziona allo stesso modo

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Una recente indagine condotta da un team di studiosi dell’Università di Stanford ha portato a scoperte significative riguardo alle variazioni funzionali tra i cervelli maschili e femminili. Contrariamente all’opinione comune che le differenze di genere a livello cerebrale fossero un mito per mancanza di evidenze concrete, questa ricerca ha dimostrato il contrario attraverso l’uso di avanzate tecnologie di intelligenza artificiale.

Il cervello di uomini e donne non funziona allo stesso modo
Foto@Pixabay

Il sistema AI, con una sorprendente accuratezza superiore al 90%, è stato capace di differenziare i sessi analizzando specifiche aree di attività nei cervelli tramite scansioni.

Vinod Menon, professore di psichiatria e scienze comportamentali all’Università di Stanford e principale autore dello studio, ha sottolineato l’importanza di considerare le differenze di genere nella struttura cerebrale. Secondo lui, ignorare queste diversità potrebbe complicare la diagnosi e il trattamento di varie condizioni neuropsichiatriche. La ricerca, pubblicata sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences, evidenzia il ruolo fondamentale del sesso nello sviluppo cognitivo, nell’età avanzata e nei disturbi neurologici.

Il gruppo di ricerca ha identificato discrepanze chiave in più reti cerebrali, incluse la rete di modalità predefinita, lo striato e la rete limbica, che sono essenziali per l’autocoscienza, la gestione delle abitudini e delle ricompense, e la regolazione delle emozioni. Utilizzando circa 1.500 scansioni cerebrali, il modello AI ha dimostrato la capacità di distinguere i cervelli maschili da quelli femminili con elevata precisione, indicando differenze significative basate sul sesso.

Inoltre, lo studio ha approfondito lo sviluppo di un modello predittivo che valuta le prestazioni comportamentali basate sulle differenze di sesso precedentemente individuate, rivelando come queste variazioni possano influenzare comportamenti e abilità.

I risultati dello studio sfidano la visione di coloro che attribuiscono le differenze di genere esclusivamente a fattori socioculturali. Gina Rippon, una stimata esperta in neuroimaging cognitivo e autrice di “The Gendered Brain”, ha espresso al Telegraph l’importanza di discernere se le variazioni osservate derivino da fattori biologici specifici del sesso, dall’influenza delle esperienze di genere sul cervello, o da una combinazione di entrambi. Rippon propone una riflessione su se stiamo esaminando differenze di sesso, di genere, o una complessa interazione tra i due.

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