Gli Stati Uniti hanno lasciato scorie radioattive in tutto il mondo

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Il cambiamento climatico rappresenta una seria minaccia per la sicurezza dei rifiuti radioattivi abbandonati in varie parti del mondo dalle forze armate degli Stati Uniti, come riportato da IFLScience basandosi su un’analisi del Government Accountability Office (GAO) statunitense.

Gli Stati Uniti hanno lasciato scorie radioattive in tutto il mondo

Tra gli anni ’50 e ’60, gli USA hanno istituito Camp Century, una base di ricerca in Groenlandia, nel quadro del progetto Iceworm che mirava a costruire basi per missili nucleari sotto la calotta polare. Questa base, alimentata da energia nucleare, ha lasciato scorie radioattive al suo abbandono nel 1967. Con il progressivo scioglimento dei ghiacci a causa del riscaldamento globale, c’è il timore che queste sostanze possano essere rilasciate nell’ambiente entro i prossimi 75 anni.

Parallelamente, le Isole Marshall sono state teatro di 67 test nucleari da parte degli USA tra il 1946 e il 1958, con rifiuti radioattivi seppelliti sotto una grande cupola sull’isola di Runit. L’aumento del livello del mare e altri effetti del cambiamento climatico minacciano di erodere questo sito di stoccaggio. Le comunità locali, ancora alle prese con la non abitabilità di alcuni atolli, richiedono maggiori informazioni sul rischio radiologico, nonostante il GAO suggerisca che i pericoli possano essere stati sopravvalutati.

Un altro incidente di contaminazione si verificò nel 1966 a Palomares, in Spagna, dopo uno scontro aereo che coinvolse un bombardiere americano. Nonostante gli interventi di bonifica, permangono livelli di contaminazione. Gli accordi tra Stati Uniti e Spagna per affrontare il problema hanno visto limitati progressi.

L’avanzare del cambiamento climatico solleva preoccupazioni critiche sulla sicurezza dei siti di stoccaggio dei rifiuti radioattivi, spingendo a una riflessione sulla necessità di rivedere le strategie di gestione per evitare la dispersione di radiazioni.

Hjalmar Dahl, leader del Consiglio circumpolare groenlandese, ha evidenziato l’importanza della collaborazione tra Groenlandia e Stati Uniti per elaborare un piano d’azione concreto, enfatizzando il rischio di impatti ambientali che potrebbero influenzare negativamente la catena alimentare e le comunità locali.

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