Uno studio della Washington University di St. Louis ha scoperto una connessione sorprendente tra le abitudini di guida degli anziani e i primi segnali di deterioramento cognitivo. I comportamenti al volante potrebbero diventare uno strumento utile per individuare precocemente problemi di memoria e attenzione.

Cambiamenti nelle abitudini di guida: un indicatore precoce?
Secondo i ricercatori, la riduzione della frequenza dei viaggi, la scelta di percorsi familiari e uno stile di guida più cauto sono segnali che possono precedere lo sviluppo di disturbi cognitivi lievi (MCI). Lo studio ha coinvolto 298 partecipanti con un’età media di 75 anni, monitorati tramite dispositivi GPS per oltre tre anni.
I dati raccolti mostrano che chi presentava segni iniziali di deterioramento cognitivo tendeva a percorrere meno chilometri, evitava strade sconosciute e modificava i propri itinerari rispetto ai soggetti sani. Anche considerando fattori come età, istruzione o predisposizione genetica all’Alzheimer, le differenze nei comportamenti alla guida restavano evidenti.
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Tecnologia GPS e diagnosi precoce del declino cognitivo
Utilizzando i dati di localizzazione GPS, i ricercatori sono riusciti a diagnosticare correttamente un lieve deficit cognitivo nell’82% dei casi. L’accuratezza è salita all’87% combinando le informazioni GPS con i test standard di memoria e dati demografici.
Questa metodologia offre un approccio non invasivo e sostenibile per monitorare la salute cognitiva degli anziani, con potenziali benefici in termini di prevenzione e sicurezza stradale. Infatti, il monitoraggio delle abitudini di guida quotidiane potrebbe diventare uno strumento pratico per identificare in modo tempestivo i soggetti a rischio.
Come afferma il neurologo Ganesh Babulal, “Guidare richiede un impegno cognitivo complesso. Osservando come cambiano le scelte di percorso, possiamo intuire segnali di invecchiamento cerebrale prima della comparsa di sintomi gravi”.
Conclusione
Il comportamento alla guida potrebbe diventare un nuovo parametro per identificare precocemente i segnali del declino cognitivo. La prossima fase della ricerca valuterà se questi risultati siano replicabili in gruppi sociali e geografici più ampi.
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