Ibuprofene, incide realmente sulla fertilità maschile?

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La notizia, letta così, è a dir poco preoccupante: l’ibuprofene, principio attivo di molti antinfiammatori da banco, provocherebbe il cosiddetto ipogonadismo compensato nell’uomo, una condizione comune da anziani che si associa a un calo della fertilità e altri disturbi.

Le possibili conseguenze negative sulla mucosa gastrica e quelli di aumento del rischio di ictus o di infarto, comuni a tutti i FANS sono ben note, ma adesso, uno studio appena pubblicato su PNAS (Proceedings of the National Academy of Sciences of the United States of America), getta luce su un nuovo possibile effetto indesiderato, che riguarda, come visto, i giovani maschi.

Lo studio, a onor del vero molto in piccolo, pubblicato sui Proceedings of the National Academy of Sciences  ha coinvolto soltanto 31 volontari sani a cui è stato dato un placebo oppure ibuprofene al dosaggio di 600 milligrammi per due volte al giorno, per sei settimane; al termine sono stati eseguiti test ormonali sul sangue.

Nel frattempo sono stati anche condotti esami su tessuto di testicolo prelevato da pazienti con tumore alla prostata, non trattati in precedenza con ormoni: il tessuto, esposto o meno a dosaggi diversi di ibuprofene, è stato poi analizzato per capire se e come cambiasse l’espressione di alcuni geni e la produzione di ormoni.

I risultati di questo studio internazionale (vi hanno contribuito ricercatori di università danesi, francesi e cinesi) suggeriscono che l’assunzione di ibuprofene si può associare ad alterazioni della salute riproduttiva nell’uomo, in particolare nei giovani maschi. Tale fenomeno sarebbe imputabile agli effetti anti-androgeni degli analgesici.

Ibuprofene, incide realmente sulla fertilità maschile

Ibuprofene incide realmente sulla fertilita maschile

Più in dettaglio, questo farmaco determina una repressione trascrizionale selettiva delle cellule endocrine del testicolo, fatto questo che a sua volta provoca un aumento degli ormoni ipofisari . Il risultato di questa complessa ‘reazione a cascata’ endocrina è uno stato di ‘ipogonadismo compensato’, come già riferito situazione finora osservata solo nel maschio anziano e associata a disturbi sia fisici, che riproduttivi.

Questo lavoro fornisce una spiegazione, almeno parziale, del crescente fenomeno dei disturbi riproduttivi maschili che affligge il mondo occidentale e che risulta ancora in gran parte inspiegabile, ma attenzione a prendere il tutto con le pinze.

Pierangelo Geppetti, farmacologo e direttore del Dipartimento di Scienze della Salute dell’università di Firenze, sottolinea infatti che preoccuparsi è prematuro: «Lo studio su volontari è piccolo e quindi dovrà essere replicato, ma soprattutto dosi e tempi di somministrazione dell’ibuprofene non sono molto “realistici”: il dosaggio giornaliero di 1200 milligrammi è alto e difficilmente lo si raggiunge, in più è poco probabile che una terapia simile sia seguita per oltre un mese. Si tratta di prendere sei volte al giorno una pastiglia di antidolorifico, visto che nelle più comuni formulazioni da banco questi prodotti contengono 200 milligrammi di ibuprofene: un abuso di terapia che riscontriamo di rado, in genere in pazienti emicranici e più spesso nelle donne. È opportuno indagare ancora, quindi, ma con un utilizzo ragionevole non si dovrebbero correre rischi».

Ricordiamo che l’ibuprofene è un antinfiammatorio non steroideo, molto utilizzato specialmente dagli atleti, che cercano in questa sostanza autorizzata un effetto antidolorifico. Le persone che soffrono di artrite ne fanno un uso ampio, così come la popolazione generale quando ha bisogno di assumere un antidolorifico.

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