La Corrente del Golfo, uno dei principali motori del clima terrestre, sta dando segnali di cedimento. Questo sistema oceanico, parte fondamentale della Circolazione Meridionale Atlantica (AMOC), funziona come un immenso nastro trasportatore di calore: trasporta acque calde e salate dal Golfo del Messico verso l’Atlantico settentrionale, contribuendo a mantenere miti i climi di Europa e Nord America. Tuttavia, gli scienziati lanciano l’allarme: l’AMOC si sta indebolendo da oltre un secolo, e il collasso potrebbe essere imminente.

Un equilibrio fragile sconvolto dal riscaldamento globale
Secondo uno studio dell’Università della California, Riverside, pubblicato su Nature, il rallentamento dell’AMOC è legato principalmente al cambiamento climatico. Non è solo lo scioglimento della calotta glaciale della Groenlandia a immettere grandi quantità di acqua dolce nell’oceano, alterando la salinità: il riscaldamento globale sta modificando profondamente il comportamento delle correnti oceaniche (Nature).
Il professor Wei Liu, tra gli autori della ricerca, spiega che la presenza di un “punto freddo” nell’Atlantico settentrionale è una prova diretta dell’indebolimento dell’AMOC, fenomeno che potrebbe compromettere seriamente la stabilità climatica del pianeta.
Effetti drammatici su scala europea e globale
L’impatto potenziale non è limitato all’oceano: si estenderebbe a ogni continente. In Europa occidentale, in particolare nel Regno Unito, le conseguenze sarebbero estreme. Secondo Tim Lenton, docente di cambiamenti climatici all’Università di Exeter, un collasso dell’AMOC renderebbe il Regno Unito “fondamentalmente meno abitabile”. Le temperature potrebbero calare fino a 10°C, rendendo gli inverni più lunghi e rigidi, con un aumento significativo di tempeste e inondazioni invernali (BBC News).
David Thornalley, climatologo presso l’University College di Londra, avverte che le conseguenze sarebbero umane prima che climatiche: “Tempeste più forti e inondazioni mortali colpirebbero soprattutto anziani e bambini”.
Ma gli effetti più devastanti si verificherebbero nei paesi più vulnerabili del Sud globale. Il collasso dell’AMOC modificherebbe i modelli di precipitazione in Africa, Asia e America Latina, intensificando siccità e carestie nelle regioni monsoniche, con un possibile aumento dei rifugiati climatici e forti tensioni geopolitiche (Potsdam Institute).
Una finestra temporale stretta: il collasso potrebbe avvenire entro pochi decenni
Non è questione di “se”, ma di “quando”. Secondo alcune proiezioni, il collasso dell’AMOC potrebbe verificarsi tra il 2025 e il 2095. Questa finestra temporale relativamente breve pone la questione tra le priorità assolute della scienza climatica.
Stefan Rahmstorf, oceanografo del Potsdam Institute for Climate Impact Research, non usa mezzi termini: “Sarebbe un disastro planetario. È difficile prevedere l’intera portata degli impatti, ma possiamo aspettarci qualcosa di devastante”. La Corrente del Golfo è una colonna portante della stabilità climatica globale. La sua scomparsa rappresenterebbe un punto di non ritorno.