Nel 1830, gli scienziati registrarono per la prima volta che il Polo Nord magnetico si era spostato di circa 2.250 chilometri attraverso le parti superiori dell’emisfero settentrionale dal Canada alla Russia.
Tra il 1990 e il 2005, la velocità di questo movimento è aumentata da meno di 15 chilometri all’anno a circa 50-60 chilometri all’anno.
Lo studio, pubblicato sulla rivista Nature Geoscience, sostiene che i cambiamenti possono essere spiegati dal movimento tra due “blocchi” magnetici di materiale fuso all’interno del pianeta, che provoca uno spostamento enorme nel suo campo magnetico.
È probabile che il recente spostamento verso la Russia sia causato da un’impennata nel modello di flusso all’interno della Terra avvenuta tra il 1970 e il 1999. Il cambiamento ha fatto sì che il nodo canadese si allungasse e perdesse la sua influenza sulla magnetosfera, provocando lo spostamento del polo verso la Russia.
“Abbiamo scoperto che la posizione del polo magnetico nord è controllata da due macchie di campo magnetico, una sotto il Canada e una sotto la Siberia, ed è come un effetto di tiro alla fune che controlla la posizione del polo“, ha detto l’autore principale dello studio Phil Livermore della Scuola di Terra e Scienza.
“Storicamente, la sezione canadese ha vinto la ‘battaglia’ ed è per questo che il polo è stato centrato sul Canada, ma negli ultimi decenni la sezione canadese si è indebolita e la sezione siberiana si è un po’ rafforzata“, ha aggiunto.
“Questo spiega perché il polo ha improvvisamente accelerato dalla sua posizione storica“.
I ricercatori sono giunti a questa conclusione utilizzando i dati raccolti dai satelliti Swarm dell’Agenzia spaziale europea (ESA). Questo trio di satelliti orbita attorno alla Terra e misura accuratamente i segnali magnetici dal nucleo, dal mantello, dalla crosta e dagli oceani del nostro pianeta, nonché dalla ionosfera e dalla magnetosfera.
L’osservazione del campo magnetico terrestre è importante non solo per la ricerca scientifica astratta. Il campo magnetico funge da scudo che protegge la Terra dalle radiazioni solari dannose.
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