Il telescopio spaziale James Webb della NASA ha fatto una scoperta straordinaria nel cuore della nostra galassia, rivelando un’attività imprevedibile proveniente dal buco nero supermassiccio Sagittarius A. Le osservazioni recenti offrono nuove prospettive su un fenomeno enigmatico che continua a sfidare la comprensione degli scienziati.

Attività imprevedibile attorno a Sagittarius A*
Grazie alla potente Near-Infrared Camera (NIRCam), il team di ricercatori ha monitorato il disco di accrescimento intorno a Sagittarius A per 48 ore, nell’arco di un anno. I risultati sono stati sorprendenti: invece di un comportamento prevedibile, il buco nero ha mostrato brillamenti casuali con variazioni di intensità e durata. Alcuni di questi fenomeni erano esplosioni luminose e potenti, mentre altri si manifestavano come deboli sfarfallii.
Lo studio, pubblicato il 18 febbraio 2025 su The Astrophysical Journal Letters, ha evidenziato l’assenza di un pattern regolare, suggerendo che le dinamiche intorno a Sagittarius A* siano molto più complesse di quanto ipotizzato finora. Il ricercatore principale, Farhad Yusef-Zadeh della Northwestern University, ha descritto queste osservazioni come “sempre nuove ed emozionanti”, sottolineando il comportamento caotico del buco nero.
Un fenomeno simile ai brillamenti solari, ma su scala estrema
Gli scienziati paragonano questi brillamenti ai fenomeni osservati nel campo magnetico del Sole. “Il campo magnetico del Sole si comprime e poi erutta in brillamenti solari. Anche se il processo è simile, l’ambiente intorno a un buco nero è molto più estremo e energetico“, ha spiegato Yusef-Zadeh.
La riconnessione magnetica: la chiave del mistero?
Si ritiene che i brillamenti osservati siano il risultato di eventi di riconnessione magnetica, un fenomeno in cui i campi magnetici si scontrano e rilasciano enormi quantità di energia. Questo processo è paragonabile a una “scintilla di elettricità statica”, capace di accelerare le particelle a velocità prossime a quella della luce e generare intense esplosioni di radiazioni.
Le osservazioni di Webb hanno anche rivelato un ritardo temporale nelle variazioni di luminosità tra lunghezze d’onda diverse, suggerendo che le particelle coinvolte nei brillamenti perdano energia mentre si allontanano dal buco nero. Questo dettaglio fornisce indizi fondamentali sulla dinamica dei campi magnetici nei pressi di Sagittarius A.
Cosa significa questa scoperta?
Queste osservazioni rappresentano un passo avanti nella comprensione dei buchi neri supermassicci e della loro interazione con l’ambiente circostante. Studi futuri potranno approfondire ulteriormente le dinamiche magnetiche e l’evoluzione di questi colossi cosmici, fornendo risposte su uno dei misteri più affascinanti dell’universo.