Il Giappone, un paese che da lungo tempo convive con il fenomeno dei terremoti, si trova ancora una volta a fronteggiare una grave calamità naturale. Di recente, un terremoto di magnitudo 7,6 ha scosso la nazione, lasciando una traccia duratura nonostante i giorni passati dall’evento. Le aree urbane stanno ancora lottando con le ripercussioni di questa calamità, che ha causato oltre 60 decessi e ha reso necessaria l’evacuazione di centinaia di persone.
La precisione nella misurazione dello spostamento del suolo è stata possibile grazie a una rete di stazioni GPS sparse in tutto il Giappone. Le immagini satellitari, in particolare quelle raccolte dalla sonda ALOS-2, hanno mostrato uno spostamento del terreno di circa 130 cm verso ovest. Questo movimento ha avuto un impatto sull’altezza dello tsunami, riducendola a 80 cm al momento del suo arrivo sulla costa, specialmente nella zona occidentale della Penisola di Noto.
Le autorità giapponesi sono attualmente impegnate nel ripristino delle infrastrutture e nell’assistenza alle popolazioni colpite. Si prevede, tuttavia, la possibilità di ulteriori terremoti nel futuro prossimo.
Toshitaka Katada, un professore dell’Università di Tokyo esperto in disastri naturali, ha evidenziato che probabilmente nessun’altra popolazione al mondo è così preparata a fronteggiare i disastri naturali quanto i giapponesi.
Questa preparazione del Giappone agli eventi sismici è notevolmente avanzata, specie se confrontata con la gestione di calamità simili in altre nazioni. Situato all’intersezione di quattro placche tettoniche, il Giappone registra circa il 20% dei terremoti mondiali di magnitudo 6.0 o superiore.
Le rigide normative edilizie, una formazione approfondita dei cittadini e un sistema di allarme rapido sempre più efficiente testimoniano l’impegno del Giappone nella preparazione agli eventi sismici.