Immortalità quantistica, potremmo non morire mai veramente

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Recentemente, un numero crescente di individui si è confrontato con una paura del tutto nuova, inaspettata e ironicamente affascinante, diventando motivo di vivaci dibattiti negli ultimi mesi.

Immortalita quantistica potremmo non morire mai veramente

La dicotomia tra vita e morte ha sempre generato interrogativi profondi e complicati, con la maggior parte delle persone riluttante ad accettare la morte come un evento inevitabile e a riflettere sulla finitezza della propria esistenza.

Tuttavia, è interessante considerare se desidereremmo realmente vivere in eterno, dato che invecchiamento e salute declinante potrebbero deteriorare significativamente la qualità della nostra vita, per non parlare dello shock emotivo nel dover osservare la fine dell’universo.

Queste riflessioni aprono il dialogo sull’immortalità quantistica, una tematica che suscita interrogativi affascinanti sull’essenza stessa del nostro essere.

L’immortalità quantistica, in termini semplici, propone che l’essere umano non muoia mai in senso assoluto, sebbene la realtà sia ben più complessa. Questa teoria postula che la nostra coscienza persista oltre la morte fisica, avendo potenzialmente attraversato innumerevoli distruzioni e rinascite in universi paralleli, nutrendo così paure esistenziali prolungate.

Focalizzandoci su un particolare influencer di TikTok, noto come @joli.artist, il dibattito sull’immortalità quantistica viene esplorato ulteriormente. Nel suo intervento, Joli approfondisce la teoria dei “molti mondi” di Hugh Everett, che suggerisce l’esistenza di infinite realtà parallele, e propone che, alla nostra morte, la nostra coscienza si trasferisca semplicemente in un altro universo.

Secondo Joli, potremmo quindi non “morire mai veramente”, avendo già sperimentato la fine del mondo in diverse occasioni. “Quando si muore in un universo, la propria coscienza si trasferisce in un altro in cui si continua a vivere“, sostiene. Questa spiegazione, pur semplificata, tocca la sostanza dell’idea, nonostante la teoria sia intrinsecamente più complessa e richieda una comprensione di concetti matematici e scientifici avanzati.

Joli ipotizza che, anche se non ricordiamo le vite precedenti, potremmo mantenere vaghi ricordi, un fenomeno paragonabile all’effetto Mandela.

Prosegue con un’esemplificazione provocatoria: considerando che sono trascorsi circa 65 milioni di anni dall’evento dell’asteroide che ha estinto i dinosauri, è plausibile che nessun altro asteroide abbia minacciato la Terra da allora?

Ciò che sto cercando di dire è che il nostro pianeta potrebbe essere stato distrutto più volte, con la nostra coscienza che si sposta di universo in universo. L’apocalisse potrebbe essersi verificata anche ieri sera, per quanto ne sappiamo“, argomenta.

Il dibattito sull’immortalità quantistica continua a stimolare l’interesse e la curiosità di molti, con opinioni divise tra chi trova la teoria intrigante e chi la percepisce come inquietante o addirittura deprimente. Si tratta di un tema che incita alla riflessione su questioni esistenziali fondamentali riguardanti la vita, la morte e il significato della nostra esistenza. Per il momento, però, forse è meglio abbandonarsi al conforto del sonno, lasciando da parte le preoccupazioni sul futuro.

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