Le scoperte di resti che sembrano appartenere a creature ibride, mezzi uomini e mezzi uccelli, in Egitto e in Perù, hanno alimentato le teorie di coloro che credono nella visita di esseri extraterrestri sulla Terra migliaia di anni fa.
Sostenitori di questa teoria, noti come sostenitori degli “antichi astronauti”, ritengono che gli extraterrestri abbiano influenzato lo sviluppo della conoscenza umana lungo il corso della storia.
Una discussione in merito è emersa dopo la trasmissione di un episodio del programma televisivo Ancient Aliens, nel quale si parlava di un’importante scoperta fatta nel 2012: la tomba di 1.300 anni ritrovata a El Castillo de Huarmey, in Perù.
Questo sito archeologico celava i resti mummificati di 63 persone, inclusi tre regnanti di Huarmey. Tra i reperti, degli orecchini ritrovati su una delle mummie raffiguravano creature alate, elemento ricorrente nell’iconografia dell’arte antica sudamericana.
David Childress, autore di “Technology of the Gods”, ha evidenziato come rappresentazioni simili siano presenti anche nelle sculture di Tiwanaku, in Bolivia, mostrando così una diffusione geografica di tale simbologia.
Inoltre, non solo nelle Americhe ma anche in Egitto, la figura del dio Bath è rappresentata come un ibrido uomo-uccello, a cui si attribuisce l’introduzione delle tecniche di mummificazione. David Wilcock, commentando questa diffusione di figure ibride nelle culture mondiali, suggerisce l’esistenza di una possibile cultura globale in tempi antichi, influenzata da visitatori extraterrestri che avrebbero insegnato ai terrestri l’arte della mummificazione.
Wilcock conclude ponendo l’ipotesi che le immagini trovate sulle mummie di Wari possano indicare l’importazione di queste tecniche avanzate da parte di esseri extraterrestri, una teoria che apre nuove prospettive sull’interpretazione delle nostre origini e delle antiche civiltà terrestri.