Cosa c’è nel punto esatto in cui l’equatore e il meridiano di Greenwich si incontrano? Un luogo quasi mitico per la geografia, un “centro” del mondo che unisce nord, sud, est e ovest. Contrariamente alla fantasia, però, lì non troverai un’isola sperduta, ma una storia affascinante che mescola convenzioni umane, errori digitali e un’importante boa scientifica.

Quando il mondo decise il suo centro
Fino alla fine dell’Ottocento, orientarsi per mare era un vero caos. Ogni nazione usava il proprio punto di riferimento per le mappe: i francesi tracciavano il loro meridiano principale su Parigi, i cinesi su Pechino. Questo creava enormi difficoltà per navigatori e cartografi, costretti a ricalcolare continuamente le coordinate.
La svolta arrivò nel 1884 a Washington, D.C. Durante la Conferenza Internazionale dei Meridiani, delegati di 25 nazioni si accordarono per adottare un sistema universale. La scelta ricadde sulla linea che attraversa l’Osservatorio Reale di Greenwich, a Londra. La decisione fu puramente pratica: gran parte di quel meridiano si trovava sull’oceano, semplificando i calcoli per la navigazione mondiale. L’equatore, come latitudine zero, era già stato definito con meno controversie.
“Null Island”: L’isola che esiste solo online
L’incrocio tra queste due linee, il punto 0,0, si trova nell’Oceano Atlantico, a circa 614 chilometri dalle coste del Ghana. Qui non c’è nessuna terraferma. Eppure, nell’era digitale, questo punto ha acquisito un nome: “Null Island” (o Isola Zero).
L’origine di questo toponimo è legata agli errori di geocodifica, il processo che converte gli indirizzi in coordinate geografiche. Come sottolinea Tim St. Onge della Biblioteca del Congresso, a volte un errore di battitura o un problema software fa sì che un sistema, non trovando un luogo, assegni per convenzione le coordinate 0,0. Con milioni di questi errori che si accumulavano, i cartografi del progetto Natural Earth decisero di battezzare scherzosamente quel punto come una massa di terra virtuale di un metro quadrato, utile a individuare più facilmente questi “dati spazzatura”.
Sebbene l’isola sia un’invenzione digitale, nelle sue immediate vicinanze si trova un oggetto molto reale: una boa chiamata “Stazione 13010 – Soul”. Questa stazione fa parte del sistema PIRATA (Prediction and Research Moored Array in the Atlantic), una rete di 17 boe che raccolgono dati fondamentali su temperatura dell’acqua, venti e umidità, essenziali per le previsioni meteorologiche e la ricerca sul clima.
Conclusione
Il punto a coordinate 0,0 è quindi un luogo dalla doppia identità: da un lato, un punto di riferimento geografico nato da una convenzione ottocentesca; dall’altro, un “mito” dell’era digitale diventato famoso per errore. E nel mondo reale, un piccolo ma fondamentale avamposto della scienza.
Se vuoi approfondire la storia della cartografia o il monitoraggio degli oceani, puoi esplorare le risorse del Royal Museums Greenwich o del National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA).
Curiosa per natura e appassionata di tutto ciò che è nuovo, Angela Gemito naviga tra le ultime notizie, le tendenze tecnologiche e le curiosità più affascinanti per offrirtele su questo sito. Preparati a scoprire il mondo con occhi nuovi, un articolo alla volta!