La percezione di un volto demoniaco è frutto del nostro cervello

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Recenti studi condotti presso il Dartmouth College hanno esplorato un caso peculiare di prosopometamorfopsia, una condizione rara che porta a percepire i volti in maniera distorta, assumendo spesso un aspetto inquietante e “demoniaco”.

La percezione di un volto demoniaco frutto del nostro cervello
Foto@Pixabay

I risultati di questa ricerca sono stati pubblicati sulla rivista The Lancet. Un uomo di 58 anni è stato osservato soffrire di tale disturbo per un periodo di circa tre anni, durante il quale i volti umani gli apparivano estremamente allungati, con marcature profonde sulla fronte, guance e mento, mentre gli oggetti inanimati, come le automobili o gli elementi d’arredo domestico, non subivano alcuna distorsione percettiva.

Nonostante la deformazione delle caratteristiche facciali, il paziente riusciva a identificare le persone conosciute, ma, non riscontrava anomalie nella visione di volti riprodotti su schermi digitali o stampati su carta.

Questo aspetto differisce dalle esperienze comuni di chi soffre di prosopometamorfopsia, che di solito percepisce distorsioni facciali in modo uniforme, indipendentemente dal contesto. Questa particolarità ha fornito ai ricercatori l’opportunità di documentare le specifiche distorsioni percepite dal soggetto.

In un esperimento, al paziente è stato chiesto di osservare il viso di una persona in presenza e contemporaneamente la sua immagine proiettata su un monitor. Descrivendo le sue percezioni visive, ha permesso ai ricercatori di modificare l’immagine digitale fino a riflettere accuratamente la distorsione percepita, offrendo così una rara visione di questa percezione alterata.

Brad Duchaine, professore al Dartmouth College e specialista nello studio del processo di riconoscimento facciale nel cervello umano, ha evidenziato come le persone affette da prosopometamorfopsia possano esitare a condividere i loro sintomi per timore di essere etichettate come portatrici di disturbi psichiatrici.

Ha menzionato casi in cui a pazienti erano state erroneamente diagnosticate condizioni come la schizofrenia e trattate con farmaci antipsicotici, mentre in realtà le radici del problema risiedevano nel sistema visivo.

Le cause sottostanti della prosopometamorfopsia rimangono incerte, benché siano state formulate varie ipotesi che collegano il disturbo a danni o anomalie in differenti aree del cervello, tra cui i lobi temporali, occipitali, parietali e frontali. È noto, inoltre, che questo disturbo può manifestarsi in contesti di epilessia.

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