Se vedi le persone con volti strani è colpa del tuo cervello

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Un recente studio del Dartmouth College, pubblicato sulla prestigiosa rivista The Lancet, getta luce su un caso eccezionale di prosopometamorfopsia, una condizione neurologica rarissima che altera profondamente la percezione dei volti umani, spesso trasformandoli in figure inquietanti e “demoniache”.

Se vedi un volto demoniaco è colpa del tuo cervello

La ricerca si è concentrata su un uomo di 58 anni affetto da questa particolare forma di disturbo da circa tre anni. La sua esperienza è unica: mentre i volti delle persone reali apparivano grottescamente distorti – allungati, con solchi marcati su fronte, guance e mento – la sua percezione di oggetti inanimati rimaneva del tutto normale. Auto, mobili e altri elementi del mondo circostante non subivano alcuna alterazione visiva.

Riconoscere, ma non riconoscere: una visione distorta solo nella realtà

Nonostante questa drammatica deformazione dei tratti somatici, il paziente conservava la capacità di identificare le persone familiari. Un aspetto ancora più sorprendente è che queste distorsioni non si manifestavano quando osservava volti su schermi digitali o in fotografie stampate.

Questa singolarità rappresenta un’importante differenza rispetto alla prosopometamorfopsia “classica”, dove le distorsioni facciali sono generalmente percepite in modo uniforme, indipendentemente dal contesto. Proprio questa peculiarità ha offerto ai ricercatori un’opportunità senza precedenti per studiare da vicino le specifiche alterazioni visive sperimentate dal soggetto.

Un esperimento per “vedere” la distorsione

Per comprendere meglio la natura della distorsione, i ricercatori hanno ideato un ingegnoso esperimento. Hanno chiesto al paziente di guardare una persona in carne e ossa e contemporaneamente la sua immagine riprodotta su un monitor. Guidato dalle descrizioni del paziente, il team di ricerca ha modificato l’immagine digitale fino a replicare fedelmente la distorsione percepita. Questo approccio innovativo ha permesso di visualizzare in modo concreto e tangibile la bizzarra percezione del paziente, offrendo una finestra inedita su questo raro disturbo.

Prosopometamorfopsia: un disturbo spesso frainteso

Brad Duchaine, professore del Dartmouth College ed esperto nello studio del riconoscimento facciale, sottolinea un problema cruciale: le persone affette da prosopometamorfopsia spesso esitano a parlare dei loro sintomi per paura di essere giudicate malate di mente. Questa reticenza può portare a diagnosi errate, come la schizofrenia, e a trattamenti farmacologici inappropriati con antipsicotici. In realtà, come evidenzia Duchaine, la radice del problema è da ricercarsi nel sistema visivo, non in disturbi psichiatrici.

Le cause rimangono un mistero

Le cause precise della prosopometamorfopsia sono ancora oggetto di studio. Le ipotesi più accreditate suggeriscono un collegamento con lesioni o anomalie in diverse aree cerebrali, tra cui i lobi temporali, occipitali, parietali e frontali, regioni chiave per l’elaborazione visiva e il riconoscimento. Inoltre, è noto che questo disturbo può manifestarsi anche in concomitanza con l’epilessia.

La ricerca continua per svelare i segreti della percezione

Questo studio rappresenta un passo avanti nella comprensione della prosopometamorfopsia e dei complessi meccanismi che regolano la nostra percezione del mondo. La ricerca futura si concentrerà sull’identificazione delle cause precise di questo disturbo e sullo sviluppo di strategie diagnostiche e terapeutiche più efficaci, per aiutare chi vive con questa rara e sconcertante condizione.

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