La Terra sta cambiando colore

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Inizialmente, l’osservazione che la Terra sta diventando progressivamente più verde potrebbe sembrare un segno positivo per l’ambiente.

La Terra sta cambiando colore
Foto@Pixabay

Questa crescita diffusa di vegetazione, visibile sia sulle terre emerse che nei mari, suggerisce un pianeta in pieno rigoglio. Ricerche basate su osservazioni satellitari hanno confermato questa tendenza all’aumento della copertura vegetale globale. La causa principale di questo fenomeno è l’incremento dei livelli di diossido di carbonio (CO2) nell’atmosfera, risultato dell’attività umana e della combustione di combustibili fossili, oltre a pratiche di agricoltura intensiva e programmi di riforestazione.

Tuttavia, il quadro complessivo è più complesso e non necessariamente sinonimo di ecosistemi più resilienti o sani. Questo incremento di verde, infatti, riflette l’ampio impatto dell’uomo sul pianeta, derivante in parte da attività di espansione agricola e di piantagione di alberi piuttosto che da una rigenerazione naturale degli habitat.

Un’indagine del 2019, pubblicata sulla rivista Nature, ha rivelato un aumento del 5% nella copertura fogliare globale in vent’anni, correlato all’elevata concentrazione atmosferica di CO2, che è cresciuta del 50% negli ultimi due secoli secondo dati NASA. Le piante, beneficiando di maggiori quantità di CO2, hanno sfruttato questo surplus per crescere più rigogliosamente.

L’incremento della vegetazione negli oceani, presumibilmente a causa di una maggiore presenza di fitoplancton, aggiunge ulteriori sfumature alla questione. Questi microrganismi, analoghi alle piante terrestri nell’assorbire CO2, potrebbero giocare un ruolo chiave in questo processo, sebbene le dinamiche precise e le conseguenze per il sequestro di carbonio marino rimangano da chiarire. La NASA prevede di lanciare un nuovo satellite per investigare meglio questo fenomeno.

Dall’osservazione satellitare, la differenziazione tra varie forme di vegetazione rappresenta un’altra sfida. Dello spazio, estese aree coltivate e fitte foreste appaiono uniformemente verdi, nonostante le differenze sostanziali in termini di biodiversità e impatto ecologico.

Le foreste tropicali, ad esempio, sono ecosistemi ricchi di specie, mentre le aree agricole spesso consistono in colture singole, che richiedono ingenti risorse idriche e chimiche, con associate ampie emissioni di carbonio legate all’uso di fertilizzanti e pesticidi.

Robin Chazdon, un ecologista specializzato nei tropici e affiliato al World Resources Institute, sottolinea come le immagini satellitari tendano a semplificare eccessivamente la realtà, nascondendo le complesse e talvolta negative trasformazioni in atto a livello di suolo, dove la perdita di biodiversità e la conversione del territorio per usi umani non equivalgono a una mera perdita di verde, ma implicano una grave compromissione delle funzioni e dell’integrità degli ecosistemi.

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