Il racconto di Ettore Majorana, fisico e ingegnere dell’Università di Napoli, è avvolto in mistero e teorie intriganti.
Si racconta che Majorana fosse dotato di una straordinaria intelligenza, capace di comprendere la fisica a livelli superiori rispetto ai suoi contemporanei. La sua scomparsa nel 1938 ha generato numerose teorie: alcuni pensano si sia suicidato, altri credono abbia lasciato l’Italia per il Sud America.
Negli anni ’70, emersero nuove informazioni tramite Rolando Pellizza, suo stretto collaboratore, che suggerivano che Majorana non fosse morto nel 1938. Secondo un insegnante di matematica, cugino di Pellizza, Majorana era rimasto in contatto con Pellizza per decenni. A supporto di questa teoria, furono presentate lettere e foto degli anni ’70, ritenute autentiche da esperti.
Durante gli anni ’60 e ’70, si dice che Majorana, con l’aiuto di ingegneri informatici, abbia sviluppato una macchina avanzata, la “Macchina di Majorana“.
Questo dispositivo avrebbe avuto la capacità di manipolare e teletrasportare la materia. Nonostante le potenzialità belliche di tale macchina, Majorana insistette che non dovesse essere usata a scopi militari, come ribadito in una lettera del 1964.
Il progetto avanzò fino a includere fasi più complesse come la trasformazione e il teletrasporto della materia, citate in lettere fino al 2000, anno in cui Majorana avrebbe avuto 94 anni. Si parlò anche di una “settima fase”, che alcuni interpretarono come una possibilità di viaggio nel tempo.
Curiosamente, documenti declassificati nel 2017 rivelarono che la CIA aveva seguito gli studi di Majorana sin dagli anni ’50. La vita e il lavoro di Majorana continuano a essere un soggetto di grande fascino e speculazione, alimentando il dibattito tra studiosi e appassionati sulla reale portata delle sue scoperte e sulla sua misteriosa scomparsa.
