Muore per 27 minuti si sveglia e scrive un messaggio

VEB

Una donna, dichiarata morta per quasi trenta minuti, è tornata sorprendentemente in vita, lasciando dietro di sé un messaggio sconcertante per i suoi familiari.

Muore per 27 minuti si sveglia e scrive un messaggio
Foto@Pixabay

Da sempre, l’umanità si interroga sull’esistenza di un aldilà, con testimonianze di individui che, dopo essere stati clinicamente morti, riferiscono di aver intravisto ciò che potrebbe trovarsi oltre la vita.

In un episodio accaduto a febbraio del 2018, una donna di nome Tina ha sperimentato un arresto cardiaco. Nonostante le frenetiche manovre di rianimazione effettuate dal marito Brian, Tina è stata considerata morta.

Durante il trasporto d’urgenza all’ospedale, i medici sono intervenuti ripetutamente, riuscendo a rianimare Tina sei volte, benché ella sia rimasta in uno stato di morte per ventisette minuti complessivi.

Una volta giunta in ospedale e dopo essere stata sottoposta a intubazione, Tina si è miracolosamente risvegliata. La sua prima richiesta è stata quella di un foglio e una penna, con cui ha tracciato un messaggio criptico per i suoi parenti.

Scritto con una calligrafia a malapena decifrabile, il messaggio di Tina recitava “è reale.

Interrogata sul significato di queste parole, ha fatto un cenno verso l’alto, aggiungendo che la realtà da lei percepita era caratterizzata da colori estremamente vividi, tanto da sembrare più reale della realtà stessa, e ha menzionato di aver visto una figura che riteneva essere Gesù.

Questo tipo di esperienze non è del tutto insolito. Ricerche indicano che, sebbene la maggior parte delle persone non conservi alcun ricordo del momento in cui sono state tecnicamente morte, una percentuale che varia tra il 10% e il 20% riporta di aver vissuto percezioni visive o sensoriali in quel lasso di tempo.

Questi fenomeni, pur avendo un’apparenza mistica, sono oggetto di studio scientifico. Ad esempio, una ricerca condotta dall’Università del Michigan su alcuni ratti nel 2013 ha rivelato che, immediatamente prima della morte, l’attività cerebrale aumenta notevolmente, superando i livelli riscontrati in stato di veglia.

Il dottor Jimo Borjigin, a capo dello studio, ha sottolineato come il cervello, contrariamente a quanto si pensava, non diminuisca la sua attività dopo la morte clinica, ma al contrario diventa persino più attivo di quando si è svegli.

Durante l’esperimento, monitorando nove ratti in punto di morte, gli scienziati hanno osservato un significativo incremento delle onde cerebrali ad alta frequenza nei trenta secondi successivi all’arresto cardiaco.

Resta da chiedersi se l’esperienza di Tina possa essere stata influenzata da questo picco di attività cerebrale. La risposta a questa domanda, tuttavia, rimane avvolta nel mistero.

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