Negli Stati Uniti si trova il tempo di dedicare una giornata alla care e fidate macchine da scrivere, nonostante l’attuale tecnologia.
Per molti, le macchine da scrivere appartengono al passato. A dire il vero, il brevetto per la prima macchina da scrivere fu concesso solo nel 1829.
Già allora, la prima macchina da scrivere come la conosciamo oggi non fu realizzata fino al 1867 nei pressi di Milwaukee.
Al loro apice, le macchine da scrivere erano essenziali e talvolta l’unico modo per battere a macchina libri, articoli e manoscritti. Sebbene fuori moda nel 20° secolo, l’ascesa della cultura hipster ha rinnovato la sua popolarità tra i giovani.
Ancora oggi, molti scrittori famosi usano le macchine da scrivere per migliorare i loro processi creativi. Ad esempio, George RR Martin, Quentin Tarantino e Jhumpa Lahiri sono tutti noti sostenitori della macchina da scrivere.
Sebbene la macchina da scrivere abbia superato il suo periodo di massimo splendore in termini di necessità e interesse, oggi il restauro di macchine da scrivere è un’industria specializzata e di successo. Proprio di recente una Olivetti Lettera 32 azzurra è stata venduta per oltre 254.000 dollari.
Il 20 novembre 2012 è stata costruita l’ultima macchina da scrivere in Gran Bretagna. Purtroppo con questo meraviglioso dispositivo ci si può accorgere che l’ultimo capitolo del manuale del word processor è segnato, passando il testimone dallo speciale e nostalgico “orologio” delle chiavi elettroniche al quasi silenzioso “clic” della tastiera del laptop.
Tuttavia, la macchina da scrivere rimane un modello ricorrente nella cultura culturale, nella letteratura, nel cinema e nella musica, una situazione che significa la sua continua esistenza.
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