Nel Regno Unito, i magistrati hanno iniziato a utilizzare un chatbot basato su intelligenza artificiale per assistenza nella redazione di decisioni giuridiche.
Nonostante la tendenza di ChatGPT a produrre casi non reali, i giudici del Regno Unito si affidano alla sua efficacia. Un magistrato ha elogiato l’utilizzo dell’intelligenza artificiale come “molto utile”. Ciononostante, le regole ufficiali limitano l’uso dei chatbot a funzioni elementari, quali la sintesi di documenti e attività amministrative.
Sir Geoffrey Vos, capo dei registri di giustizia civile in Inghilterra e Galles, crede che l’intelligenza artificiale possa contribuire a un sistema di giustizia digitale più rapido e avanzato. Ha evidenziato che le direttive formulate sono volte a guidare i magistrati nel capire le possibilità offerte da questo sistema innovativo.
Questo rappresenta un’iniziale integrazione dell’intelligenza artificiale nel settore legale, e nonostante le preoccupazioni sulla generazione di casi inventati, i capi degli studi legali mostrano il loro appoggio. Tuttavia, gli esperti avvertono sulla necessità di un impiego prudente di ChatGPT.
Nick Emmerson, presidente della Law Society, riconosce che l’intelligenza artificiale può migliorare il processo decisionale giudiziario, ma sottolinea l’importanza del ruolo dei giudici nella discrezione legale e la necessità di distinguere tra risposte automatizzate e decisioni basate sull’esperienza umana.