Obesità infantile, in Inghilterra gli snack sani costano meno

VEB

L’obesità è senza dubbio una delle piaghe principali del nuovo millennio: l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha lanciato l’allarme parlando di circa 41 milioni di bambini colpiti e individuando in bevande zuccherate e cibo spazzatura le principali cause dell’obesità infantile.

Le cause dell’obesità infantile sono multifattoriali e spesso interagiscono tra loro. In parte si tratta di un problema sociale, legato a una mancanza di educazione alimentare, ma c’è anche un fattore ambientale, legato agli stili di vita, tanto che l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha detto che viviamo in un “ambiente obesogenico”, ovvero che porta le persone a ipernutrirsi (male). Senza dimenticare la componente “ereditaria” che riporta alla storia familiare.

Come ogni patologia comporta degli effetti negativi più o meno gravi non solo sulle condizioni di vita di chi ne soffre, ma anche su quella dei familiari e sulla collettività.

L’obesità produce i suoi effetti negativi a livello di autostima e sull’immagine che i bambini hanno di loro stessi, inducendoli spesso a quei comportamenti che sono tipici di questa patologia: passare molte ore davanti alla tv, non voler partecipare ad attività con i coetanei, scarso impegno scolastico, modificazione del carattere, con conseguente emarginazione per diversità.

Obesità infantile, in Inghilterra gli snack sani costano meno

Obesita infantile in Inghilterra gli snack sani costano meno

Il costo sociale dell’obesità è poi enorme: in alcuni Paesi europei raggiunge l’1% del prodotto interno lordo e rappresenta il 6% della spesa sanitaria diretta.

In Italia i dati sul fenomeno sono allarmanti: per i bambini delle scuole primarie (6-10 anni), si stima un 24% di bimbi in sovrappeso e un 12% obeso.

La Gran Bretagna negli ultimi mesi è in prima linea per combattere questa piaga, e dopo le tante iniziative intraprese, è la volta degli snack destinati ai bambini.

Nello specifico, la Public Health England (Phe), agenzia governativa britannica afferente al Dipartimento salute, ha lanciato una campagna rivolta a mamme e papà per fermare l’avanzata degli zuccheri nella dieta dei loro pargoli.

Il progetto prevede che vengano dati incentivi economici per acquistare merende e snack al di sotto delle 100 calorie. L’iniziativa durerà otto settimane, spiega la Bbc, e servirà anche a far prendere coscienza della quantità di zucchero ‘nascosta’ nei cibi che si danno usualmente ai più piccoli.

Gli incentivi, sotto forma di sconti in alcuni supermercati selezionati, cercheranno di ‘spingere’ all’acquisto di prodotti come frutta, yogurt a basso contenuto di zuccheri e crackers al riso, tutti con un contenuto massimo di 100 calorie. Una barretta di cioccolato, spiegano gli esperti di Public Health England (Phe), può contenerne 200, un gelato 175 e un sacchetto di patatine 190.

I dati della ‘National Diet and Nutritional Survey’ della Phe, del resto, parlano chiaro: ogni anno i bambini britannici consumano, in media, circa 400 biscotti, 120 tortine, ciambelle e pasticcini, 100 porzioni di dolciumi e caramelle, 70 tavolette di cioccolato e gelati e 150 confezioni di succhi e lattine di bibita gassata.

Il progetto, come detto, fa parte di una serie di iniziative sul tema dell’obesità infantile, e a breve sarà seguito dall’applicazione di una tassa sulle bibite gassate che diventerà operativa ad aprile.

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