Immaginate di aver acquistato un oggetto costoso, progettato per durare oltre un decennio, solo per scoprire che dopo tre anni il suo “cervello” non riesce più a tenere il passo con le nuove applicazioni. Non stiamo parlando del vostro telefono, ma di un investimento ben più oneroso: la vostra automobile. Il settore automotive sta vivendo un cambiamento epocale che porta con sé un’ombra preoccupante. Mentre i motori elettrici promettono di macinare centinaia di migliaia di chilometri senza intoppi meccanici, la rapida obsolescenza del software rischia di trasformare veicoli perfettamente funzionanti in gusci vuoti o, peggio, in tecnologie frustranti da utilizzare.

Il paradosso dei cicli di vita: 13 anni contro 3
Siamo di fronte a una discrepanza temporale che l’industria non ha ancora risolto del tutto. Secondo i dati più recenti di S&P Global Mobility, l’età media di un veicolo sulle strade americane (un trend che si riflette anche in Europa) è di circa 13 anni. Al contrario, il ciclo di vita medio di un dispositivo tecnologico di consumo, come uno smartphone o un tablet, si aggira intorno ai tre anni.
Quando definiamo i moderni veicoli elettrici come smartphone su ruote, stiamo implicitamente accettando che seguano le regole della Silicon Valley, non quelle di Detroit o Wolfsburg. I processori che gestiscono l’infotainment, la guida assistita e la gestione della batteria invecchiano molto più velocemente dell’acciaio e dell’alluminio del telaio.
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Il problema sorge quando il software evolve più rapidamente dell’hardware installato. Le case automobilistiche spingono aggiornamenti sempre più pesanti che richiedono maggiore potenza di calcolo. Un chip installato nel 2024 potrebbe faticare a gestire il sistema operativo del 2029. Questo crea un divario prestazionale: l’auto si muove, ma l’esperienza utente degrada, con schermi che laggano, comandi vocali che non rispondono e nuove funzionalità precluse ai “vecchi” acquirenti.
Aggiornamenti OTA e incompatibilità: il caso Tesla e oltre
La promessa degli aggiornamenti software over-the-air è stata il grande punto di forza di aziende come Tesla. L’idea che la tua auto migliori mentre dorme in garage è affascinante. Tuttavia, questa medaglia ha un rovescio. I proprietari di modelli Tesla più datati stanno iniziando a notare che le nuove funzionalità, come l’integrazione avanzata dell’intelligenza artificiale o interfacce grafiche più complesse, non sono supportate dai loro computer di bordo.
Non si tratta solo di non avere l’ultimo videogioco sul display centrale. La questione diventa critica quando le infrastrutture esterne cambiano. Un esempio lampante è stato lo spegnimento delle reti 3G. Molti veicoli prodotti fino a pochi anni fa si affidavano a questa rete per servizi vitali come le chiamate di emergenza automatiche (eCall) o la navigazione connessa. Con il “sunset” del 3G, auto perfettamente guidabili hanno perso funzioni di sicurezza e connettività, costringendo i proprietari a costosi retrofit hardware o alla rinuncia di tali servizi.

La longevità dei veicoli elettrici non dipende più solo dallo stato di salute della batteria o del rotore, ma dalla capacità del costruttore di supportare il codice informatico per un decennio o più. Se un’azienda decide che non è economicamente vantaggioso ottimizzare il nuovo software per processori vecchi di cinque anni, l’utente finale si ritrova con un prodotto zoppo.
Il rischio dei “veicoli orfani” e le strategie dei produttori
La situazione si complica ulteriormente quando un produttore esce dal mercato. Il recente fallimento di Fisker ha acceso i riflettori su uno scenario da incubo: cosa succede ai “software defined vehicles” (SDV) quando i server centrali vengono spenti? Senza un cloud a cui connettersi per diagnosi e aggiornamenti, questi veicoli rischiano di diventare mattoni tecnologici. Le funzioni di base come frenare e sterzare rimarranno (si spera) operative, ma tutto ciò che rende l’auto “intelligente” potrebbe svanire da un giorno all’altro.
Fortunatamente, alcuni attori del mercato stanno prendendo coscienza del problema. Rivian, ad esempio, ha dichiarato di progettare la propria architettura elettronica con un eccesso di capacità di calcolo, prevedendo di supportare aggiornamenti per un arco di 7-10 anni. Altri costruttori, come Subaru e la stessa Tesla in passato, hanno offerto aggiornamenti hardware del sistema di infotainment a pagamento per mantenere i veicoli al passo con i tempi.
Tuttavia, queste soluzioni sono spesso costose e non garantite. La dipendenza dal software sta fondamentalmente alterando il concetto di proprietà e durata. Se la meccanica di un’auto elettrica, con le sue poche parti mobili, ha il potenziale per durare 20 anni, il suo sistema nervoso digitale potrebbe aver bisogno di un trapianto molto prima. Questo disallineamento potrebbe influenzare pesantemente il valore residuo dell’usato: chi comprerebbe un’auto di 8 anni se il suo sistema operativo non è più sicuro o compatibile con le app moderne?
Mentre la sicurezza di base e la maneggevolezza non dovrebbero essere compromesse (i sistemi critici sono solitamente isolati dall’infotainment), la comodità d’uso ne risentirà. Possedere un’auto elettrica “vecchia” sarà un po’ come usare un iPhone 6 oggi: funziona per le chiamate, ma non aspettatevi che faccia girare le ultime app velocemente o senza intoppi.
Gli automobilisti devono iniziare a valutare l’acquisto di un’auto non solo guardando ai cavalli o all’autonomia, ma chiedendo garanzie sul supporto software a lungo termine. È un cambio di paradigma necessario in un mondo dove la strada e il codice binario si intrecciano indissolubilmente.
Domande Frequenti (FAQ)
1. Un’auto elettrica smette di funzionare se non riceve aggiornamenti software? No, l’auto continuerà a svolgere le sue funzioni primarie come guidare, frenare e sterzare. Tuttavia, senza aggiornamenti, potresti perdere l’accesso a funzionalità avanzate come la navigazione connessa, le app di streaming, la gestione remota tramite smartphone e i miglioramenti ai sistemi di assistenza alla guida (ADAS).
2. È possibile aggiornare l’hardware di un’auto vecchia per supportare nuovi software? Dipende dal costruttore. Alcune aziende, come Tesla, hanno offerto in passato la sostituzione del computer di bordo (retrofit) a pagamento per accedere a nuove funzioni. Tuttavia, questa non è una pratica standard per tutti i marchi e spesso ha costi elevati per il proprietario.
3. Cosa succede al software dell’auto se la casa produttrice fallisce? Questo è un rischio concreto, come visto con Fisker. Se i server vengono spenti, l’auto perde la connettività cloud. Le funzioni offline continueranno a operare, ma non ci saranno più aggiornamenti di sicurezza o mappe, e l’app mobile per controllare il veicolo potrebbe smettere di funzionare.
4. La batteria durerà più a lungo del software dell’auto? Probabilmente sì. Le moderne batterie agli ioni di litio e LFP stanno dimostrando una durata eccellente, spesso superiore ai 15 anni con un degrado accettabile. È molto probabile che i processori e le interfacce utente diventino obsoleti e lenti molto prima che la batteria esaurisca il suo ciclo vitale.
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