Il passaggio del primo oggetto interstellare mai rilevato, ‘Oumuamua, ha acceso un intenso dibattito nella comunità scientifica. Si è trattato di un semplice sasso cosmico o di qualcosa di più? L’ipotesi di una sua origine artificiale ha affascinato il mondo.
L’Ipotesi Affascinante: Un Messaggero Extraterrestre?
L’idea che ‘Oumuamua potesse essere una sonda aliena è stata sostenuta con forza da Avi Loeb, ex-direttore del dipartimento di astronomia di Harvard. Diversi elementi anomali hanno alimentato questa teoria. Innanzitutto, la sua traiettoria: ‘Oumuamua ha mostrato una leggera accelerazione non gravitazionale, un cambio di velocità non giustificabile dalla sola attrazione del Sole. In secondo luogo, ‘Oumuamua non ha mai mostrato una chioma cometaria visibile, ovvero la tipica coda di gas e polveri che si forma quando il ghiaccio di una cometa sublima vicino a una stella.

Loeb ha sostenuto che l’oggetto, con la sua forma insolita (stimata essere molto allungata o piatta, come un “sigaro” o una “frittella”) e la sua spinta anomala, potesse essere una “vela solare” di origine tecnologica, inviata da una civiltà extraterrestre per esplorare il nostro sistema solare.
La Spiegazione Scientifica: Un Oggetto Naturale, Ma Bizzarro
Nonostante il fascino dell’ipotesi aliena, la maggior parte della comunità scientifica, inclusa la NASA, propende per una spiegazione naturale. Secondo gli scienziati dell’ente spaziale americano, il comportamento di ‘Oumuamua, per quanto strano, rientra nel campo dei fenomeni naturali. L’accelerazione anomala potrebbe essere stata causata dal degassamento di sostanze che non sono state rilevate dai nostri telescopi, come idrogeno molecolare ghiacciato.
Tom Statler, scienziato del programma NASA, ha sottolineato che “non ci sono prove conclusive che suggeriscano un’origine artificiale”. Le comete sono corpi imprevedibili; la loro interazione con il calore solare può provocare effetti inaspettati. Secondo uno studio pubblicato su Nature, la spinta potrebbe essere stata causata dal rilascio di idrogeno intrappolato nel ghiaccio d’acqua della cometa, un processo che spiegherebbe l’accelerazione senza una coda visibile. L’oggetto interstellare, che viaggiava a circa 94.800 chilometri orari, rimane un affascinante mistero, ma i dati indicano una sua origine naturale.
Il dibattito su ‘Oumuamua evidenzia quanto ancora ci sia da scoprire sui visitatori provenienti da altri sistemi stellari. La sua unicità ha spinto gli scienziati a sviluppare nuove teorie e a prepararsi meglio per il prossimo oggetto interstellare che attraverserà il nostro vicinato cosmico. Per approfondire, è possibile consultare le risorse ufficiali sul sito della NASA.
Domande Frequenti (FAQ)
Cos’è esattamente ‘Oumuamua? ‘Oumuamua (designazione ufficiale 1I/2017 U1) è stato il primo oggetto interstellare mai osservato mentre attraversava il nostro sistema solare. Rilevato nel 2017, ha mostrato caratteristiche peculiari, come una forma molto allungata e un’accelerazione non spiegata dalla sola gravità, che hanno stimolato un grande dibattito scientifico.
Perché alcuni scienziati pensavano fosse una sonda aliena? L’astronomo Avi Loeb ha ipotizzato un’origine artificiale a causa della sua accelerazione anomala in assenza di una coda cometaria visibile. Ha suggerito che potesse essere una vela solare, una tecnologia sottile spinta dalla radiazione stellare e creata da un’altra civiltà.
Qual è la spiegazione più accreditata dalla NASA? La NASA e la maggior parte degli scienziati ritengono che ‘Oumuamua fosse un oggetto naturale. L’ipotesi più recente e accreditata è che l’accelerazione sia stata causata dal degassamento di idrogeno molecolare, un gas invisibile ai telescopi, rilasciato dal suo corpo ghiacciato a causa del calore solare.
Vedremo altri oggetti come ‘Oumuamua in futuro? Sì, è molto probabile. Dopo ‘Oumuamua, nel 2019 è stata scoperta la cometa interstellare 2I/Borisov. Con telescopi sempre più potenti, come il Vera C. Rubin Observatory, gli astronomi si aspettano di individuare molti più visitatori interstellari, offrendo nuove opportunità di studio su sistemi stellari lontani.
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