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Perché dimentichiamo i sogni pochi minuti dopo il risveglio?

Angela Gemito Set 19, 2025

Svegliarsi con la sensazione vivida di un’avventura notturna, per poi vederla svanire come nebbia al sole in pochi istanti. È un’esperienza quasi universale: la stragrande maggioranza dei nostri sogni sembra destinata a un oblio quasi istantaneo. Ma perché accade? La risposta risiede nella complessa neurochimica del nostro cervello e nel modo in cui esso funziona durante il sonno, un processo affascinante che la scienza sta ancora cercando di decifrare completamente.

Proviamo a capire le ragioni scientifiche dietro la rapida scomparsa dei sogni dalla nostra memoria, analizzando cosa succede nel cervello mentre sogniamo e offrendo tecniche per chi desidera trattenere più a lungo questi frammenti del mondo onirico.

Una rappresentazione surreale di un volto che si dissolve in una nebbia colorata

Cosa accade nel cervello durante il sogno

La fase del sonno più associata all’attività onirica è la fase REM (Rapid Eye Movement). Durante questo stadio, il nostro cervello diventa incredibilmente attivo, quasi quanto lo è da sveglio. Aree come il sistema limbico, che include l’amigdala (il centro delle emozioni) e l’ippocampo ( cruciale per la memoria), sono in piena attività. Questo spiega perché i sogni sono spesso così carichi di emozioni e vividi.

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Tuttavia, non tutte le aree cerebrali sono ugualmente attive. La corteccia prefrontale, la regione responsabile del pensiero logico, della razionalità e della memoria di lavoro, è notevolmente “a riposo”. Questa disattivazione contribuisce alla natura spesso bizzarra, illogica e frammentaria dei sogni, rendendoli difficili da ancorare a una narrazione coerente che la nostra memoria possa facilmente codificare.

Inoltre, durante la fase REM, i livelli di alcuni neurotrasmettitori chiave cambiano drasticamente. Mentre l’acetilcolina, legata all’attivazione cerebrale e alla creazione delle esperienze oniriche, è abbondante, neurotrasmettitori come la serotonina e la noradrenalina, fondamentali per il consolidamento dei ricordi a lungo termine, sono a livelli molto bassi. Questo squilibrio chimico crea un ambiente cerebrale perfetto per “vivere” il sogno, ma estremamente inadatto per “registrarlo”.

Memoria a breve termine e sogni

I sogni, al momento della loro creazione, risiedono nella nostra memoria a breve termine, un magazzino di capacità limitata e di breve durata. Per trasformare un’esperienza da ricordo a breve termine a uno a lungo termine, è necessario un processo chiamato “consolidamento della memoria”, che avviene principalmente grazie all’ippocampo.

Come abbiamo visto, durante la fase REM, l’ippocampo è molto attivo nel generare le esperienze del sogno ma, a causa della ridotta attività della corteccia prefrontale e della particolare chimica cerebrale, non è efficiente nel trasferire queste informazioni alla memoria a lungo termine. In pratica, il nostro cervello è troppo impegnato a sognare per preoccuparsi di memorizzare ciò che sta sognando. Appena ci svegliamo, le nuove informazioni sensoriali del mondo reale prendono il sopravvento, “cancellando” rapidamente le tracce labili del sogno dalla memoria a breve termine.

Differenza tra sogni ricordati e dimenticati

Allora perché, a volte, riusciamo a ricordare un sogno con chiarezza cristallina? La differenza risiede spesso nel momento e nel modo in cui ci svegliamo.

  • Risveglio durante la fase REM: Se ci si sveglia direttamente da un sogno, o pochi istanti dopo la fine della fase REM, è molto più probabile che il ricordo sia ancora fresco nella memoria a breve termine. Questo dà una piccola finestra di tempo per “afferrare” il sogno prima che svanisca.
  • Intensità emotiva: Sogni particolarmente intensi dal punto di vista emotivo, come gli incubi, hanno maggiori probabilità di essere ricordati. L’amigdala, iperattiva durante questi sogni, può “imprimere” il ricordo in modo più forte.
  • Frequenti risvegli notturni: Le persone che si svegliano più volte durante la notte hanno maggiori probabilità di ricordare i loro sogni, semplicemente perché hanno più occasioni di interrompere una fase REM.

Alcuni studi suggeriscono anche che ci possano essere differenze individuali nell’attività cerebrale. Le persone che ricordano più spesso i sogni potrebbero avere una maggiore reattività in alcune aree cerebrali, come la giunzione temporo-parietale, che risponde agli stimoli esterni anche durante il sonno.

Tecniche per ricordare i sogni

Se desiderate esplorare il vostro mondo onirico e migliorare la capacità di ricordare i sogni, esistono diverse tecniche efficaci:

  1. Tenere un diario dei sogni: È il metodo più potente. Tenete un quaderno e una penna (o un’app sul telefono) sul comodino. Appena svegli, prima di fare qualsiasi altra cosa, annotate tutto ciò che ricordate, anche solo frammenti, sensazioni o colori. Questo allenamento insegna al cervello che i sogni sono informazioni importanti da trattenere.
  2. Rimanere immobili al risveglio: Appena aprite gli occhi, cercate di non muovervi e di non pensare subito alla giornata che vi attende. Rimanete nella posizione in cui vi siete svegliati e cercate di ripercorrere mentalmente le immagini o le sensazioni oniriche.
  3. Impostare un’intenzione: Prima di addormentarvi, ripetete a voi stessi l’intenzione di voler ricordare i vostri sogni. Questo semplice atto di auto-suggestione può aumentare la consapevolezza onirica.
  4. Svegliarsi gradualmente: Un risveglio brusco, come quello causato da una sveglia rumorosa, può spazzare via i ricordi onirici. Se possibile, provate a svegliarvi in modo più naturale o con una sveglia dalla suoneria dolce.
  5. Bere un bicchiere d’acqua: Alcuni suggeriscono che bere un po’ d’acqua prima di dormire possa causare lievi risvegli notturni (per andare in bagno), aumentando le possibilità di interrompere una fase REM e ricordare un sogno.

È normale non ricordare nulla?

Assolutamente sì. Non ricordare i sogni è la norma, non l’eccezione. Si stima che dimentichiamo circa il 95% dei nostri sogni entro i primi cinque minuti dal risveglio. Tutti sognano, anche chi afferma di non farlo mai. Semplicemente, non ne conservano il ricordo.

La capacità di ricordare i sogni varia notevolmente da persona a persona e può essere influenzata da stress, qualità del sonno, farmaci e abitudini di vita. Pertanto, non c’è alcun motivo di preoccuparsi se al mattino la vostra mente è una tabula rasa riguardo alle avventure notturne. Il cervello sta semplicemente svolgendo il suo lavoro, privilegiando il riposo e il consolidamento di altri tipi di memorie rispetto all’effimero e fantastico mondo dei sogni.

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Angela Gemito

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Curiosa per natura e appassionata di tutto ciò che è nuovo, Angela Gemito naviga tra le ultime notizie, le tendenze tecnologiche e le curiosità più affascinanti per offrirtele su questo sito. Preparati a scoprire il mondo con occhi nuovi, un articolo alla volta!

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