Il multitasking è un mito: ecco cosa ci dice la scienza
Il cervello umano non è capace di gestire più compiti complessi contemporaneamente. Quello che spesso chiamiamo “multitasking” è in realtà un rapido cambio di attenzione tra compiti diversi — un processo inefficiente e cognitivamente costoso.
Uno studio condotto dalla Stanford University ha dimostrato che i cosiddetti “multitasker” cronici sono in realtà meno produttivi e hanno una maggiore difficoltà a filtrare le informazioni irrilevanti (Ophir et al., 2009).

Cosa succede davvero nel cervello quando provi a fare multitasking?
Come il cervello elabora le attività multiple?
Quando tenti di fare multitasking, il cervello attiva il “task-switching”, un meccanismo che coinvolge la corteccia prefrontale e che richiede energia e tempo per passare da un’attività all’altra. Questo passaggio continuo riduce l’efficienza e aumenta la possibilità di errori.
La psicologa clinica Nancy Napier spiega che “il cervello semplicemente non è progettato per concentrarsi su più compiti cognitivamente impegnativi allo stesso tempo” (Psychology Today).
Multitasking e perdita di efficienza
Secondo l’American Psychological Association, il multitasking può ridurre la produttività fino al 40%. Questo accade perché il cervello impiega un tempo chiamato “attentional blink”, un momento di cecità cognitiva tra un compito e l’altro.
Perché lo chiamiamo “cervello umile”?
Umiltà cognitiva e capacità limitate
L’espressione “cervello umile” non è un insulto, ma una presa di coscienza. Il cervello umano è straordinario, ma non onnipotente. È progettato per elaborare una cosa alla volta con la massima attenzione. Questa è una forma di intelligenza adattiva: focalizzarsi per sopravvivere.
Lo psicologo Daniel Kahneman, premio Nobel per l’economia comportamentale, sottolinea che la nostra attenzione è una risorsa limitata, e il suo uso va gestito con intenzione (vedi Thinking, Fast and Slow).
Quali sono i rischi reali del multitasking?
1. Calo della qualità del lavoro
Fare più cose insieme spesso abbassa la qualità di ciascuna. Studi di Harvard hanno dimostrato che chi tenta di lavorare su più progetti simultaneamente commette più errori.
2. Aumento dello stress
Il multitasking causa un sovraccarico del sistema nervoso simpatico, che può aumentare i livelli di cortisolo. Questo porta a maggiore ansia, affaticamento mentale e peggioramento della memoria a breve termine.
3. Impoverimento della memoria
In una ricerca pubblicata sul Journal of Experimental Psychology, si è evidenziato che le persone distratte da notifiche digitali durante un test di memoria ricordavano il 20% in meno rispetto a chi lavorava senza interruzioni.
Esercizio pratico: il test dei due compiti
Prova questo semplice esercizio:
- Scrivi una frase di 10 parole.
- Subito dopo, conta da 1 a 20 ad alta voce.
- Ora prova a scrivere e contare contemporaneamente.
Noterai che il terzo compito è molto più difficile e pieno di errori. Questo è il tuo cervello che ti mostra i limiti del multitasking.
Come migliorare la concentrazione e dire addio al multitasking?
1. Allenare il focus con la tecnica del pomodoro
Utilizza timer da 25 minuti di lavoro focalizzato seguiti da 5 minuti di pausa. È un modo efficace per massimizzare la produttività rispettando il funzionamento cerebrale.
2. Rimuovere le notifiche digitali
Silenzia il telefono, chiudi le schede inutili, e crea uno spazio mentale libero da interruzioni.
3. Lavorare in modalità “deep work”
Cal Newport, autore del libro Deep Work, sostiene che la capacità di lavorare profondamente è uno dei superpoteri del XXI secolo. Significa bloccare blocchi di tempo in cui si lavora su un solo compito ad alta intensità.
Domande Frequenti (FAQ)
Il multitasking funziona per attività semplici?
Sì, il cervello può gestire compiti automatici (come camminare e ascoltare musica). Ma per attività cognitive complesse, il multitasking non funziona e riduce l’efficacia.
Perché il multitasking è così diffuso?
Perché crea l’illusione di produttività, specialmente nel mondo digitale. Ma numerose ricerche dimostrano che questa è una trappola cognitiva.
Il multitasking può danneggiare il cervello a lungo termine?
Non permanentemente, ma può ridurre la memoria di lavoro e aumentare lo stress cronico, secondo studi del National Institutes of Health.
Conclusione: Un cervello più presente è un cervello più efficace
Riconoscere i limiti del nostro “cervello umile” non è una debolezza, ma una forza. Accettare che non possiamo fare tutto contemporaneamente ci libera dalla pressione dell’efficienza a tutti i costi e ci restituisce la capacità di profondità, attenzione e creatività.
Vuoi migliorare la tua produttività senza cadere nella trappola del multitasking?
Inizia oggi stesso con piccole pratiche quotidiane: un timer, una pausa, un focus. E ricorda: non fare tutto, ma fai bene ciò che conta davvero.
Fonti:
- Stanford University
- Psychology Today
- American Psychological Association
- Harvard Business Review
- Journal of Experimental Psychology
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