Przybylski la stella che forse contiene la vita

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Negli ultimi anni, gli astronomi sono rimasti affascinati dai comportamenti insoliti di alcune stelle. Un esempio noto è KIC 8462852, conosciuta anche come stella di Boyajian, che nel 2016 e 2017 ha mostrato un tremolio anomalo.

Przybylski la stella che forse contiene la vita

Questo fenomeno ha portato a ipotizzare la presenza di una “sfera di Dyson”, un gigantesco artefatto di origine aliena. Tuttavia, si è poi scoperto che la causa dell’oscuramento era semplicemente polvere cosmica, spegnendo le speranze di un contatto con civiltà intelligenti.

Ora, però, un’altra stella ha catturato l’attenzione degli scienziati: HD 101065, nota anche come stella di Przybylski, scoperta nel 1961 dall’astronomo polacco-australiano Antoni Przybylski. Questa stella, leggermente più calda del nostro Sole, appartiene alla classe delle stelle “AP”, famose per le loro anomalie chimiche.

A differenza delle altre stelle calde di tipo A, prive di un campo magnetico che ne rallenti la rotazione, le stelle AP possiedono un forte campo magnetico e ruotano lentamente, permettendo un’analisi dettagliata della loro composizione chimica.

Gli studi hanno rivelato che l’atmosfera della stella di Przybylski è ricca di silicio, cromo, stronzio, europio e altri elementi delle terre rare. L’aspetto più enigmatico è la presenza di elementi che teoricamente non dovrebbero esistere in natura, come promezio, attinio, protoattinio, nettunio, plutonio, americio, curio, berkelio, californio ed einsteinio – tutti con una breve emivita e non riscontrabili in natura, fatta eccezione per questa singolare stella.

Una delle spiegazioni proposte è che una stella di neutroni compagna bombardi l’atmosfera superiore della stella di Przybylski, generando così gli elementi osservati. Tuttavia, non è stata individuata una stella compagna, lasciando spazio a ipotesi ancora più esotiche.

Un’altra teoria suggerisce che questi elementi derivino dal decadimento di elementi pesanti sconosciuti provenienti dall'”isola di stabilità”, dove i nuclei contengono il numero magico di neutroni N = 184, e che potrebbero essersi formati in seguito all’esplosione di una supernova vicina. Se confermata, questa scoperta potrebbe rivoluzionare la nostra comprensione dell’evoluzione stellare e della composizione elementare dell’universo.

L’ipotesi più intrigante è quella che specula sulla possibile presenza di vita intelligente associata a questi elementi. Sebbene questa teoria sembri incredibile, mette in evidenza quanto ancora poco sappiamo dello spazio e i numerosi segreti che esso custodisce.

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