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Sbiancamento denti: è possibile un sorriso bianco in 24 ore?

Angela Gemito Dic 23, 2025

Molte persone sognano di rivoluzionare l’estetica della propria bocca in vista di un evento importante, cercando soluzioni miracolose per eliminare l’ingiallimento in una manciata di ore. Tuttavia, quando si parla di salute orale, la velocità deve sempre scendere a patti con la biologia dei tessuti dentali.

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La differenza tra sbiancamento chimico e meccanico

Per orientarsi tra le innumerevoli opzioni disponibili sul mercato, bisogna innanzitutto distinguere l’origine delle macchie. Non tutte le discromie sono uguali e, di conseguenza, non rispondono agli stessi stimoli. Esistono due strade principali per intervenire, come spesso evidenziato dagli specialisti di estetica dentale.

Lo sbiancamento chimico per denti è l’unico sistema capace di agire sulle macchie intrinseche, ovvero quelle che si trovano all’interno della struttura stessa del dente. Queste sono spesso il risultato dell’invecchiamento, dell’assunzione di particolari farmaci (come le tetracicline) o di traumi subiti in passato. In questo caso, l’utilizzo di agenti ossidanti come il perossido di idrogeno o il perossido di carbammide è indispensabile: queste sostanze penetrano nello smalto e frammentano le molecole pigmentate.

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Diverso è il discorso per lo sbiancamento meccanico dello smalto, che punta alla rimozione delle macchie estrinseche. Parliamo dei depositi superficiali lasciati da caffè, tè, vino rosso e fumo. Qui entrano in gioco le particelle abrasive contenute nei dentifrici. Sebbene efficaci nel restituire il colore naturale, questi prodotti non “sbiancano” nel senso stretto del termine, ma puliscono a fondo la superficie. È fondamentale verificare l’indice di abrasività (RDA) per evitare di consumare lo smalto protettivo nel tempo.

Tempi di azione: dai trattamenti professionali ai rimedi fai-da-te

Se l’obiettivo è ottenere un risultato visibile in meno di 24 ore, la realtà dei fatti restringe drasticamente il campo delle opzioni sicure. La velocità di schiaritura è direttamente proporzionale alla concentrazione del principio attivo e alla tecnologia utilizzata per attivarlo.

Il gold standard per l’immediatezza è senza dubbio lo sbiancamento dentale professionale in studio. Attraverso procedure come il sistema Zoom Advanced Power, i professionisti utilizzano una concentrazione di perossido di idrogeno al 35%. L’applicazione di una luce LED specifica accelera la reazione chimica, permettendo di schiarire i denti di diverse tonalità in una seduta di circa 90 minuti. Questo è l’unico scenario in cui la promessa di un cambiamento radicale in un giorno viene mantenuta con criteri di sicurezza clinica.

Per chi sceglie la strada dei trattamenti domiciliari, le tempistiche si dilatano sensibilmente:

  • Strisce sbiancanti (Whitestrips): Contengono una percentuale di perossido che oscilla tra il 7% e il 10%. I primi cambiamenti si notano dopo 2 o 3 giorni, ma per un ciclo completo e soddisfacente servono dalle due alle tre settimane.
  • Mascherine personalizzate: Fornite dal dentista ma utilizzate a casa, offrono un controllo eccellente. Il gel agisce in modo uniforme su tutta l’arcata, garantendo un sorriso omogeneo in circa 7-10 giorni.
  • Dentifrici sbiancanti: Rappresentano l’approccio più lento. Poiché agiscono principalmente per attrito o con minime dosi di enzimi, servono almeno 30 giorni di utilizzo costante per percepire una differenza cromatica superficiale.

Esistono poi i cosiddetti rimedi della nonna, come il mix di bicarbonato di sodio e acqua ossigenata. Sebbene una pasta composta da due cucchiai di perossido e uno di bicarbonato possa offrire una pulizia d’urto, i rischi superano spesso i benefici. L’abrasività del bicarbonato, unita all’azione ossidante non controllata, può causare sensibilità dentale acuta e ustioni alle mucose gengivali se non dosata correttamente. Secondo l’American Dental Association (ADA), l’uso improprio di sostanze acide o eccessivamente abrasive può portare a un’erosione irreversibile dello smalto.

Rischi e precauzioni per la salute dello smalto

Ogni intervento estetico sulla dentina comporta delle controindicazioni che non vanno ignorate. Il rischio principale legato ai trattamenti rapidi è l’ipersensibilità. Quando i tubuli dentinali vengono esposti all’azione dei perossidi, gli stimoli termici (caldo e freddo) possono risultare dolorosi. Fortunatamente, questa sensazione è solitamente transitoria.

Tuttavia, bisogna prestare attenzione a segnali d’allarme più seri. Se i bordi dei denti iniziano a sembrare traslucidi o “trasparenti”, significa che lo smalto si sta assottigliando eccessivamente. Inoltre, l’utilizzo di prodotti da banco non certificati può provocare irritazioni croniche alle gengive. Per preservare i risultati ottenuti, è consigliabile seguire la cosiddetta “dieta bianca” nelle 48 ore successive al trattamento, evitando alimenti fortemente pigmentanti come barbabietole, liquirizia o caffè.

Un sorriso luminoso è un ottimo biglietto da visita, ma la prudenza resta l’accessorio più importante. Prima di intraprendere qualsiasi percorso, una visita di controllo è essenziale per escludere carie o infiammazioni che potrebbero trasformare una seduta estetica in un’esperienza dolorosa.

Per approfondire le linee guida ufficiali sulla sicurezza dei prodotti sbiancanti, puoi consultare il portale del Ministero della Salute o le risorse educative della Fondazione ANDI.


FAQ

Quanto costa mediamente uno sbiancamento professionale? Il costo dello sbiancamento dentale professionale in Italia varia generalmente tra i 300 e i 600 euro. Il prezzo dipende dalla tecnologia utilizzata (come il laser o la lampada LED) e dalla necessità di sedute preliminari di igiene orale professionale, fondamentali per garantire che il gel agisca in modo uniforme.

I trattamenti sbiancanti danneggiano le otturazioni o le corone? I principi attivi come il perossido di idrogeno agiscono esclusivamente sui tessuti naturali del dente. Ciò significa che otturazioni in composito, corone e faccette in ceramica non cambieranno colore. Dopo lo sbiancamento, potrebbe quindi essere necessario sostituire i vecchi restauri per uniformarli alla nuova tonalità più chiara dei denti.

Perché i denti diventano sensibili dopo lo sbiancamento? La sensibilità è causata dall’apertura temporanea dei pori dello smalto, che permette ai principi attivi di raggiungere la dentina. Questo processo rende i nervi interni più ricettivi agli sbalzi termici. Di solito, il fastidio scompare spontaneamente entro 48 ore, specialmente se si utilizzano dentifrici desensibilizzanti specifici consigliati dal dentista.

Esistono alternative naturali sicure allo sbiancamento chimico? Le alternative naturali agiscono prevalentemente sulla rimozione delle macchie superficiali. Mangiare frutti croccanti come le mele o sedano aiuta la detersione meccanica durante la masticazione. Tuttavia, non esistono rimedi naturali capaci di modificare il colore intrinseco del dente senza il rischio di danneggiare lo smalto con acidità o abrasione eccessiva.

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Angela Gemito

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