Una recente analisi dei dati del telescopio spaziale James Webb ha sconvolto la comunità scientifica: le galassie dell’universo primordiale non ruotano in modo casuale come previsto. Questo potrebbe cambiare radicalmente il nostro modo di concepire l’origine e la struttura del cosmo.

Il mistero della rotazione galattica osservato dal JWST
Lanciato nel dicembre 2021, il James Webb Space Telescope (JWST) è il più potente osservatorio spaziale mai costruito. Grazie al suo specchio da 6,5 metri e alla sensibilità all’infrarosso, riesce a osservare galassie nate appena 300 milioni di anni dopo il Big Bang.
Un team di astronomi ha analizzato la rotazione di 263 galassie tra le più antiche dell’universo. I risultati sono stati sorprendenti: circa il 60% ruota in senso orario, contro il 40% in senso antiorario. Questa asimmetria contraddice il principio cosmologico secondo cui l’universo, su larga scala, dovrebbe apparire uguale in tutte le direzioni.
Il professor Lior Shamir, autore principale dello studio pubblicato sulla Monthly Notices of the Royal Astronomical Society, ha sottolineato come tale squilibrio sia “visibile anche a occhio nudo” nelle immagini catturate dal JWST.
Un universo dentro un buco nero? Le ipotesi degli scienziati
L’anomalia ha riacceso teorie cosmologiche alternative. Una delle più radicali è la cosmologia dei buchi neri: l’idea che il nostro universo sia nato da un collasso gravitazionale dentro un buco nero appartenente a un universo “madre”. Secondo questa ipotesi, la rotazione osservata deriverebbe dal momento angolare iniziale del buco nero da cui l’universo è emerso.
Altri modelli, come quelli dell’universo ellissoidale o delle inflazioni cosmiche modificate, suggeriscono la presenza di un asse cosmico preferenziale, lungo il quale le galassie tenderebbero ad allinearsi. Curiosamente, questo ipotetico asse sarebbe vicino al polo galattico della Via Lattea, una coincidenza che incuriosisce molti studiosi.
Una spiegazione più tecnica chiama in causa l’effetto Doppler relativistico, che potrebbe influenzare la percezione della direzione di rotazione nelle immagini. Tuttavia, gli autori ritengono che questo fenomeno non sia abbastanza forte da giustificare una simile asimmetria.
Cosa significa per il futuro della cosmologia
Questa scoperta solleva nuove domande sulla struttura e l’origine dell’universo. Se confermata da ulteriori analisi, potrebbe rappresentare una svolta epocale nella cosmologia, suggerendo che l’universo primordiale non fosse completamente caotico, ma presentasse un ordine iniziale che si è perso nel tempo.
Come ha dichiarato Shamir, “Se l’universo ha davvero una direzione, significa che le teorie attuali devono essere riviste”. Con l’avanzare delle osservazioni del JWST, potremmo presto trovarci a dover riscrivere le leggi fondamentali che regolano il cosmo.
Conclusione
L’universo ci riserva ancora molte sorprese, e il James Webb ne sta svelando alcune delle più profonde. La possibile esistenza di un asse rotazionale cosmico, o addirittura di un’origine in un buco nero, ci invita a guardare al cielo con occhi nuovi. Per approfondire, si consiglia la lettura di:
Curiosa per natura e appassionata di tutto ciò che è nuovo, Angela Gemito naviga tra le ultime notizie, le tendenze tecnologiche e le curiosità più affascinanti per offrirtele su questo sito. Preparati a scoprire il mondo con occhi nuovi, un articolo alla volta!