Quasi mezzo secolo fa, un potente e anomalo segnale radio ha attraversato il cosmo per 72 secondi, venendo captato da un radiotelescopio sulla Terra. L’astronomo che lo scoprì scrisse solo una parola sui tabulati: “Wow!“. Oggi, una nuova analisi dei dati originali potrebbe finalmente aver dato una spiegazione a questo affascinante mistero cosmico.

La storia di un segnale radio unico
Era il 15 agosto 1977 quando il radiotelescopio Big Ear, in Ohio, intercettò un’emissione radio a banda stretta proveniente dalla costellazione del Sagittario. La sua intensità e le sue caratteristiche, vicine alla frequenza dell’idrogeno neutro, lo resero subito il candidato perfetto per un potenziale messaggio interstellare, accendendo l’entusiasmo della comunità SETI (Search for Extraterrestrial Intelligence). Per decenni, le ipotesi si sono susseguite.
Quella di una cometa di passaggio fu scartata quasi subito: un segnale simile avrebbe dovuto essere più diffuso. Lo stesso direttore dell’osservatorio, John Kraus, scrisse a Carl Sagan nel 1994, ipotizzando un’origine intelligente ma sottolineando la necessità di una seconda rilevazione, che però non è mai avvenuta. Il segnale “Wow!” è rimasto un caso irrisolto.
Nuova analisi, nuove ipotesi
Un recente studio, guidato dal professor Abel Mendez dell’Università di Porto Rico e pubblicato su arXiv, ha riaperto il caso applicando tecniche moderne ai dati d’archivio. I ricercatori hanno prima di tutto escluso con un alto grado di probabilità le interferenze terrestri e i satelliti noti. L’analisi statistica ha rivelato che un impulso del genere potrebbe verificarsi casualmente solo una volta ogni migliaia di anni di osservazione.
La scoperta più interessante, però, riguarda la sua intensità, ricalcolata in 250 Jy (jansky), circa quattro volte superiore alle stime precedenti. Inoltre, sono state individuate altre due emissioni simili, sebbene più deboli (chiamate Wow2 e Wow3), registrate tra il 1977 e il 1978 e associate a nubi di idrogeno. Sulla base di questi nuovi indizi, il team di Mendez ha avanzato una spiegazione naturale, per quanto rara: un brillamento maser. Si tratterebbe di un improvviso e intenso lampo di emissioni radio nella riga dell’idrogeno, forse generato da un oggetto esotico come una magnetar.
Sebbene questa ipotesi non confermi la presenza di una civiltà aliena, restringe notevolmente il campo delle possibili spiegazioni. La ricerca dimostra l’incredibile valore dei dati d’archivio e apre la strada a nuove scoperte, con una comprensione più chiara di cosa cercare tra le stelle. La storia del segnale “Wow!” non è finita, ma è appena entrata in un nuovo, emozionante capitolo.
Per approfondire l’argomento, puoi consultare le risorse del SETI Institute o leggere gli studi pubblicati sul server di preprint arXiv.
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