Stonehenge era costruito per prevedere gli impatti degli asteroidi

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Un noto storico sostiene che monumenti imponenti come Stonehenge fossero in realtà concepiti dagli antenati come dispositivi d’avvertimento anticipato contro le minacce di asteroidi, giocando un ruolo cruciale nella sopravvivenza umana attraverso almeno un evento di estinzione di massa. Sorprendentemente, i principali incontri con asteroidi registrati nella storia sono avvenuti in zone scarsamente popolate, fortunatamente per l’umanità.

Stonehenge era costruito per prevedere gli impatti degli asteroidi

Come citato dal Daily Star, Randall Carlson, descritto come uno studioso controcorrente, crede fermamente che un enorme corpo celeste abbia colpito la Terra circa 12.000 anni fa, causando l’estinzione di molte specie animali. Secondo Carlson, gli umani dell’epoca erano preparati a tale evento, grazie a costruzioni come Stonehenge. Durante una conversazione con il podcaster Shawn Ryan, ha spiegato come gli asteroidi metallici lascino crateri visibili che i geologi possono facilmente identificare, mentre altri corpi possono esplodere nell’atmosfera terrestre, causando distruzioni su vasta scala senza lasciare evidenze significative.

Carlson ha portato l’esempio dell’evento di Tunguska del 1908, quando un frammento cometario esplose sopra la Siberia settentrionale, radendo al suolo estese aree di foresta e decimando la fauna senza lasciare tracce geologiche evidenti. Ha osservato che simili eventi potrebbero passare inosservati nel tempo, a differenza del cratere meteoritico in Arizona, che rimane un chiaro testimone dell’impatto avvenuto 50.000 anni fa.

Nonostante la mancanza di prove geologiche, l’esplosione di Tunguska fu di magnitudo colossale, paragonabile alla forza delle più grandi bombe all’idrogeno testate, e distrusse completamente vasti tratti di foresta siberiana. Carlson ipotizza che un impatto simile abbia causato l’estinzione di massa di mammut e altri grandi mammiferi in Nord America, tradizionalmente attribuita a cacciatori dell’età della pietra.

In un’ulteriore discussione, Carlson menziona un episodio in cui John Reeves, cercatore d’oro e proprietario di terreni in Alaska, descrive come vasti depositi di resti di mega-fauna siano stati scoperti nel permafrost, suggerendo un evento catastrofico come causa della loro scomparsa. Questi depositi includono grandi quantità di avorio di mammut, evidenziando l’entità della catastrofe.

Carlson teorizza che gli antichi umani potrebbero aver avuto la capacità di anticipare tali disastri grazie alla loro osservazione celeste e alla trasmissione del sapere attraverso generazioni di sacerdoti, utilizzando strutture come le piramidi e Stonehenge come sistemi di allerta. La sua convinzione è radicata nell’idea che le antiche civiltà fossero profondamente attente agli eventi celesti, utilizzando questa conoscenza per prepararsi a eventuali catastrofi.

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