Karl Bushby ha camminato per quasi trent’anni, attraversando a piedi il pianeta senza mai usare mezzi di trasporto. La sua impresa lo ha portato in territori inospitali e ostili, ma due luoghi in particolare gli hanno lasciato segni indelebili.

Il Darién Gap: la giungla senza legge
Uno dei tratti più pericolosi al mondo per ogni viaggiatore è il Darién Gap, un’area di foresta densa tra Panama e Colombia, priva di strade e fuori dal controllo governativo.
Nel 2000, Bushby ha attraversato questa zona in condizioni estreme, descrivendola come “una vera e propria zona di guerra”. Cartelli della droga, piantagioni illegali e una natura implacabile rendono questo tratto uno dei più temuti dagli esploratori.
“Ogni passo era una sfida”, ha raccontato. I pericoli erano ovunque: animali selvatici, malaria, fiumi in piena, bande armate. Sopravvivere al Darién Gap richiede preparazione, sangue freddo e fortuna.
Lo Stretto di Bering: il gelo che non perdona
Attraversare lo Stretto di Bering a piedi è quasi impossibile. Karl Bushby è uno dei pochi al mondo ad avercela fatta, diventando il primo britannico a riuscirci.
Questo tratto, che collega l’Oceano Pacifico con l’Artico, è soggetto a condizioni meteorologiche estreme, ghiaccio sottile, e frequenti incontri con la fauna artica.
Durante il passaggio, Bushby si trovò faccia a faccia con un orso polare, simbolo della pericolosità del luogo. “In quei momenti, un errore può essere fatale in meno di cinque minuti”, ha spiegato.
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Ostacoli politici, fisici e burocratici
Nel corso del suo lungo cammino, Bushby ha affrontato non solo la natura ma anche problemi amministrativi e politici.
Visti negati, restrizioni internazionali e la pandemia globale hanno rallentato il suo itinerario più volte. In particolare, Iran e Russia gli hanno vietato il passaggio.
Ma Bushby non ha ceduto. Ha attraversato il Mar Caspio a nuoto, diventando il primo uomo a completare quella traversata titanica. Un’impresa che testimonia la sua determinazione assoluta.

Una sfida che ha definito una vita
Ora, a 56 anni, Karl Bushby è vicino al traguardo finale: il ritorno nel Regno Unito. Ma c’è un’ultima difficoltà da superare: la Manica, tra Francia e Inghilterra.
Per lui, nuotare non è un’opzione semplice. “È la parte che temo di più”, ha ammesso. Eppure, dopo 27 anni di viaggi estremi, è pronto ad affrontare anche questa sfida.
Il suo viaggio non è solo geografico, ma anche esistenziale. Ha paragonato il ritorno a fine carriera, come se stesse chiudendo un capitolo che ha definito la sua identità.
Conclusione
Il viaggio di Karl Bushby è una delle più incredibili imprese esplorative dei nostri tempi. Ha dimostrato che con determinazione, disciplina e coraggio è possibile superare ogni limite umano.
Per chi vuole approfondire il racconto e scoprire di più sulle sue tappe, consigliamo di visitare:
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