Arrivare a 117 anni in eccellente salute, senza gravi patologie cardiovascolari, cancro o demenza. Sembra impossibile, ma è la storia di Maria Brañas Morera. Oggi la scienza ci aiuta a capire come ci sia riuscita, analizzando il suo DNA per svelare il segreto della sua eccezionale longevità e della sua straordinaria resistenza alle malattie dell’invecchiamento.

Genetica e Microbioma: Un Mix Vincente
Un team di ricercatori dell’Istituto di Ricerca sulla Leucemia Josep Carreras in Spagna ha approfondito il caso di Maria, nata nel 1907. L’analisi del suo patrimonio genetico ha portato alla luce scoperte affascinanti. Maria possedeva rare varianti genetiche associate a un sistema immunitario più forte, una maggiore protezione per cuore e cervello e una migliore salute mitocondriale, le “centrali energetiche” delle nostre cellule. In particolare, non presentava mutazioni comuni legate a patologie come il morbo di Alzheimer.
Ma la genetica da sola non basta. Un altro elemento chiave risiedeva nel suo intestino. Il suo microbioma intestinale mostrava un’abbondanza di batteri del genere Bifidobacterium, tipici di un organismo giovane e noti per i loro effetti anti-infiammatori. Un dettaglio non trascurabile? Maria consumava regolarmente yogurt, un alimento che notoriamente favorisce la crescita di questi microrganismi benefici. Come riportato da uno studio pubblicato su Nature, una combinazione di genetica favorevole e un microbioma intestinale sano sembra essere una formula potente per una vita lunga e in salute.
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Un’Età Biologica Inferiore a Quella Anagrafica
Uno degli aspetti più sorprendenti emersi dallo studio è che il corpo di Maria Morera invecchiava più lentamente del normale. Grazie a sofisticate analisi, come quelle basate sulla metilazione del DNA (un tipo di “orologio molecolare”), i ricercatori hanno stabilito che la sua età biologica era notevolmente inferiore a quella reale. Questo “rallentamento” dell’invecchiamento si rifletteva anche in altri marcatori.
Nonostante l’età avanzata, i suoi esami mostravano parametri invidiabili: un ottimo metabolismo dei grassi, alti livelli di colesterolo buono (HDL) e bassi livelli di proteine infiammatorie. Sebbene i suoi telomeri (le parti finali dei cromosomi che si accorciano con l’età) mostrassero i segni del tempo, il suo organismo ha dimostrato una capacità unica di resistere ai danni cellulari che normalmente portano a malattie gravi.
Il caso di Maria Brañas Morera non è solo una storia affascinante, ma una vera e propria mappa che indica come una predisposizione genetica fortunata, unita a uno stile di vita e un’alimentazione corretti, possa non solo allungare la vita, ma soprattutto migliorarne la qualità fino alla fine.
Per chi desidera approfondire gli aspetti scientifici dell’invecchiamento, fonti come l’AIRC dedicano sezioni specifiche ai meccanismi cellulari legati alla longevità e alla prevenzione delle malattie.
FAQ – Domande Frequenti
Qual è il segreto per vivere 117 anni? Secondo lo studio su Maria Morera, non c’è un unico segreto, ma un mix di fattori. La sua longevità è dovuta a una genetica rara che la proteggeva dalle malattie, un microbioma intestinale ricco di batteri “buoni” e uno stile di vita che includeva il consumo regolare di yogurt.
La genetica è l’unico fattore per la longevità? No, la genetica gioca un ruolo importante ma non esclusivo. Fornisce una base di partenza favorevole, ma lo stile di vita, l’alimentazione e la salute intestinale sono cruciali per attivare e mantenere questo potenziale di longevità, come dimostra il caso di Maria Morera.
Cosa possiamo imparare dalla storia di Maria Morera? La sua storia insegna che curare l’alimentazione per mantenere un microbioma sano è fondamentale. Consumare alimenti come lo yogurt può avere un impatto positivo. Inoltre, dimostra che la prevenzione, supportata da una buona genetica, è la chiave per un invecchiamento di qualità e non solo per una lunga vita.
Che cos’è l’età biologica? L’età biologica indica la “vecchiaia” effettiva del nostro corpo a livello cellulare, a differenza di quella anagrafica (gli anni che abbiamo). Viene misurata con marcatori come la metilazione del DNA e può essere influenzata da genetica, stile di vita, stress e alimentazione.
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